L’Azienda Sanitaria Regionale del Molise (ASRM) affronta una sfida significativa nell’erogazione dei servizi dermatologici, determinando la necessità di un intervento urgente e strategico.
Un avviso pubblico appena divulgato evidenzia la procedura avviata per l’assegnazione di quattro incarichi libero-professionali a medici specialisti in dermatovenereologia, estendendo la possibilità di partecipazione anche a professionisti in quiescenza e a specializzandi.
Questa decisione, lungi dall’essere un mero atto amministrativo, riflette una carenza strutturale di personale che si è acuita nel corso dell’anno, derivante da una combinazione di pensionamenti e dimissioni.
La situazione si inquadra in un contesto più ampio di gestione delle risorse umane all’interno del sistema sanitario molisano.
Il Piano Triennale del Fabbisogno del Personale (2024-2026), documento programmatico che definisce le esigenze di personale per i tre anni a venire, non aveva previsto l’inserimento di nuove figure specialistiche in dermatologia.
Questa incongruenza, resa manifesta dalla pressione assistenziale, obbliga l’ASRM a trovare soluzioni alternative per garantire la continuità dei servizi, evitando l’interruzione o la riduzione delle prestazioni offerte alla popolazione.
L’indizione di un concorso pubblico, aperto per titoli ed esami, rappresenta quindi una risposta pragmatica e necessaria.
La forma dell’incarico libero-professionale, pur se temporanea, consente di colmare immediatamente il vuoto lasciato dal personale mancante, mentre il concorso a tempo indeterminato mira a stabilizzare la situazione, assicurando una base di specialisti qualificati per il futuro.
È importante sottolineare come l’ampliamento del bacino di potenziali candidati, includendo figure esperte in pensione e specializzandi, testimoni la volontà di superare le rigidità del sistema di reclutamento tradizionale e di valorizzare il capitale umano disponibile.
Tale iniziativa solleva, al contempo, alcune riflessioni cruciali sul futuro del sistema sanitario regionale.
La carenza di personale dermatologico non è un problema isolato, ma un sintomo di una più ampia difficoltà nel reclutamento e nella fidelizzazione dei professionisti sanitari, esacerbata da fattori quali la retribuzione, le condizioni di lavoro e le opportunità di carriera.
La soluzione temporanea dell’incarico libero-professionale, sebbene efficace nel breve termine, non può sostituire un’analisi approfondita delle cause della carenza e l’implementazione di misure strutturali volte a migliorare l’attrattività della professione medica, come il potenziamento della formazione, l’incremento degli stipendi e il miglioramento delle infrastrutture.
La gestione del capitale umano, infatti, si configura sempre più come un elemento strategico per la sostenibilità e la qualità del sistema sanitario regionale.







