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sabato 25 Ottobre 2025

Braccialetto elettronico e divieto di avvicinamento: ordinanza contro la violenza.

Un’ordinanza cautelare, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Campobasso su impulso della Procura della Repubblica, ha imposto a un uomo cinquantenne residente in città una complessa rete di misure restrittive: il divieto di avvicinamento alla sua ex compagna e l’applicazione del braccialetto elettronico.
La decisione, che testimonia l’intensificarsi degli interventi giudiziari in materia di violenza di genere, fa luce su un quadro preoccupante di persecuzione protrattasi nel tempo.

Le accuse mosse all’uomo delineano un comportamento vessatorio e invasivo, che va ben oltre il semplice disagio.

Il repertorio delle molestie comprende un flusso incessante di messaggi e telefonate, un pedinamento insistente nei luoghi abituali della donna, la realizzazione e la diffusione non consensuale di immagini personali sui social media, e, in alcune occasioni, aggressioni fisiche.

Questo insieme di azioni, reiterato nel corso degli anni, ha creato un clima di paura e ansia insostenibile per la vittima, compromettendo seriamente la sua sicurezza e il suo benessere psicologico.

L’ordinanza si inserisce in un contesto allarmante, come evidenziato dal procuratore Nicola D’Angelo, che sottolinea come quest’anno siano già stati gestiti oltre quaranta “codici rossi” – segnalazioni di situazioni di pericolo e potenziale violenza – con l’applicazione di misure cautelari analoghe.
Questo dato quantitativo, pur indicativo, non esaurisce la gravità della situazione, che riflette una persistente emergenza sociale legata alla violenza contro le donne.

L’utilizzo del braccialetto elettronico, unitamente al divieto di avvicinamento, rappresenta una risposta mirata a garantire la protezione della vittima, monitorando costantemente gli spostamenti dell’indagato e impedendogli di violare le restrizioni imposte.
Tali misure, pur necessarie, non sono sufficienti a risolvere il problema alla radice.
Si rende urgente un approccio multidisciplinare che coinvolga forze dell’ordine, magistratura, servizi sociali, psicologi e operatori specializzati, al fine di offrire supporto alle vittime, promuovere la responsabilizzazione degli aggressori e sensibilizzare l’intera comunità sulla necessità di contrastare ogni forma di violenza di genere.
La tutela della sicurezza e della dignità delle donne deve essere una priorità assoluta, richiedendo un impegno costante e un cambio culturale profondo.

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