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Centenario del Campanile di Guardialfiera: un secolo di storia e fede.

Il centenario del campanile di Guardialfiera, un arco temporale che si fonde con la storia del Molise e del suo patrimonio culturale, celebra un’opera che incarna l’aspirazione alla trascendenza e la resilienza di una comunità.

In questo piccolo borgo, incastonato nel paesaggio suggestivo del lago del Liscione e culla dello scrittore Francesco Iovine, si erge un monumento che ben presto ha superato la sua funzione originaria per divenire un simbolo identitario.
La storia del campanile, concretizzata il 19 agosto del 1925, affonda le sue radici in un progetto ambizioso datato 1887.
Il giovane sacerdote Don Donato Caluori, con una visione lungimirante, commissiona all’architetto napoletano Vittorio Romanelli la progettazione di una torre campanaria audace, un’impresione di slancio verticale destinata a dominare l’orizzonte.
La scelta di Romanelli, figura di spicco del panorama architettonico dell’epoca, testimonia la volontà di realizzare un’opera di pregio, capace di integrare armoniosamente la nuova costruzione con il tessuto urbano esistente.

La direzione dei lavori venne affidata a Vincenzo Bucci, mentre Francesco Trolio assunse il ruolo di *capomastro*, guidando il lavoro di una squadra di abili artigiani.

Il progetto, tuttavia, si interruppe bruscamente con l’entrata in guerra dell’Italia nel 1915.
Molti giovani operai, chiamati a difendere la patria, abbandonarono il cantiere, lasciando incompiuto il sogno di una torre campanaria che avrebbe simboleggiato la fede e l’orgoglio del paese.

La sua conclusione, un vero e proprio miracolo architettonico, è testimonianza della tenacia e della dedizione della comunità di Guardialfiera, che, nonostante le avversità, riuscì a portare a termine un’opera che avrebbe lasciato un segno indelebile nella storia del paese.

L’utilizzo di pietra bianca locale, lavorata con maestria, conferisce al campanile un aspetto elegante e raffinato, che lo rende ancora più suggestivo.
La sua forma slanciata, culminante in una cuspide piramidale, evoca un’aspirazione verso l’alto, verso il cielo, verso il divino.
Il centenario è stato celebrato con una solenne messa nella cattedrale, presieduta dal vescovo Claudio Palumbo, un evento che ha richiamato l’attenzione su un monumento che si inserisce in un contesto storico e religioso di grande importanza.

La chiesa di Santa Maria dell’Assunta, completata dal campanile, vanta origini medievali e fu elevata al rango di cattedrale della diocesi di Guardialfiera nel 1061.
La sua storia è segnata da eventi traumatici, come il devastante terremoto del 1456, che la distrusse completamente, e da successive ricostruzioni e restauri.

La porta Santa, simbolo di perdono e redenzione, testimonia il profondo significato religioso del luogo.

L’importanza storica del luogo si riflette anche nella sua vicissitudine amministrativa: la diocesi di Guardialfiera, soppressa nel 1818 per volontà di Papa Pio VII, ne trasferì le funzioni alla diocesi di Termoli.
Il rifacimento del 1858 trasformò l’edificio in una navata unica, mentre l’anno successivo si diede avvio alla costruzione del campanile, che ne avrebbe accentuato il significato simbolico e architettonico.

Il campanile non è quindi solo una costruzione, ma un racconto in pietra che parla di fede, resilienza, arte e identità di una comunità che, a distanza di un secolo, continua a guardare verso il futuro con orgoglio e speranza.

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