Il quadro demografico del Molise, pur inserendosi in un trend nazionale allarmante, assume contorni particolarmente preoccupanti.
I dati Istat relativi ai primi sette mesi del 2024 rivelano una diminuzione significativa delle nascite, un segnale di una crisi di natalità che si aggrava anno dopo anno.
Si registra un calo del 5,6% rispetto al 2023, un dato che si traduce in 854 nuovi nati, rispetto ai 905 dell’anno precedente e ai 960 del 2022.
Questo decremento non è solo quantitativo, ma riflette una trasformazione profonda nella struttura familiare e nei modelli riproduttivi molisani.
Il tasso di natalità regionale, pari al 3%, si posiziona al di sotto della media nazionale (3,4%), evidenziando una distanza che amplifica le difficoltà future in termini di sostenibilità del sistema pensionistico, impatto sul tessuto sociale e vitalità economica.
Il fattore cruciale è il tasso di fecondità, ovvero il numero medio di figli per donna, che in Molise si attesta a 1,05, un valore significativamente inferiore alla media nazionale (1,18).
Questo dato, in particolare, denota una difficoltà, o una scelta, di avere figli inferiore alla sostituzione generazionale, che richiederebbe un tasso di 2,1 figli per donna.
Dietro queste cifre si celano motivazioni complesse e multifattoriali.
L’incertezza economica, la precarietà lavorativa, le difficoltà di conciliazione tra vita familiare e professionale, l’aumento dei costi della vita e le mutate sensibilità culturali concorrono a creare un contesto sfavorevole alla genitorialità.
L’invecchiamento della popolazione, l’emigrazione giovanile verso regioni più dinamiche e l’assenza di politiche di sostegno alla famiglia adeguate esacerbano ulteriormente la situazione.
Un elemento di peculiarità emerge dall’analisi dei nomi scelti per i neonati.
Sebbene Leonardo domini le classifiche nazionali maschili, in Molise Francesco si conferma la scelta preferita, riflettendo una tradizione e un’identità regionale più radicate.
Analogamente, mentre Sofia è il nome più popolare a livello nazionale per le bambine, in Molise Aurora, Beatrice e Ginevra emergono come le scelte più diffuse.
Questa divergenza suggerisce un legame con il patrimonio culturale e le aspirazioni dei genitori molisani, che cercano di esprimere la propria identità attraverso nomi che evocano valori e tradizioni locali.
La crisi demografica molisana non è un mero problema statistico, ma una sfida esistenziale che richiede un’azione politica e sociale tempestiva e coordinata.
Interventi mirati a sostegno della famiglia, incentivi alla natalità, politiche per l’occupazione giovanile, miglioramento dei servizi per l’infanzia e promozione di un’immagine positiva della genitorialità sono elementi imprescindibili per invertire la tendenza e garantire un futuro sostenibile per la regione.
Il mantenimento di un’identità culturale unica, testimoniata anche attraverso le scelte onomastiche, rappresenta un patrimonio da tutelare e valorizzare in questo delicato percorso.








