La retorica governativa si dimostra, ancora una volta, disgiunta dalla concretezza dell’azione.
 Lo afferma il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, durante un suo recente intervento a San Giovanni Rotondo, in risposta alle crescenti preoccupazioni legate ai ritardi nell’assegnazione dei finanziamenti per il progetto cruciale di interconnessione idrica tra Molise e Puglia.
 Un’opera essenziale per fronteggiare la sempre più grave crisi idrica che affligge il Sud Italia, in particolare la Puglia, storicamente carente in termini di risorse idriche.
L’attesa delle risorse necessarie non è solo una questione burocratica, ma simboleggia un divario profondo tra gli annunci roboanti e l’effettiva capacità di erogazione del governo.
 Conte ha enfatizzato la necessità di un impegno tangibile e multifattoriale, che vada ben oltre la semplice realizzazione di una condotta.
 È imperativo intervenire in maniera proattiva sulla gestione complessiva delle risorse idriche, con un focus particolare su:*   Riqualificazione dei bacini idrici: Interventi mirati a migliorare la capacità di accumulo e la qualità dell’acqua, attraverso opere di bonifica e ripristino degli ecosistemi.
*   Sostegno all’agricoltura: Implementazione di tecniche di irrigazione efficienti e sostenibili, incentivando l’uso di colture resistenti alla siccità e promuovendo la riduzione del prelievo di acqua a scopo agricolo.
*   Potenziamento degli impianti di depurazione: Investimenti significativi per migliorare l’efficienza degli impianti esistenti e per la realizzazione di nuove strutture, garantendo il riutilizzo delle acque reflue depurate per scopi irrigui e industriali.
*   Integrazione tra Molise e Basilicata: Creazione di una filiera integrata tra le due regioni, sfruttando il potenziale idrico del Molise e della Basilicata per compensare le carenze pugliesi, promuovendo la collaborazione e lo scambio di competenze.
L’intervento di Conte ha inoltre sottolineato un aspetto fondamentale, spesso trascurato nelle politiche idriche: la riduzione delle perdite idriche.
 Queste, spesso superiori alla media nazionale, rappresentano una risorsa sprecata e un aggravio per il sistema.
 Un piano strategico d’intervento dovrebbe dunque prevedere un monitoraggio costante delle reti idriche, la sostituzione delle infrastrutture obsolete e l’adozione di tecnologie innovative per individuare e riparare le perdite in modo tempestivo ed efficace.
In sintesi, la soluzione alla crisi idrica non può essere relegata alla realizzazione di una singola opera infrastrutturale.
Richiede una visione sistemica, un approccio multidisciplinare e un impegno concreto da parte di tutte le istituzioni coinvolte.
Solo così si potrà garantire un futuro sostenibile per le risorse idriche del Sud Italia, salvaguardando il territorio, l’economia e la qualità della vita delle comunità locali.



                                    



