martedì 2 Settembre 2025
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Crisi Stellantis a Termoli: rischio emorragia per il Molise

La vertenza Stellantis a Termoli si configura come una profonda crisi sistemica, ben al di là di una mera difficoltà aziendale, e rischia di condannare il Molise a un’emorragia di competenze e capitali umani.

La decisione di implementare un nuovo contratto di solidarietà, che coinvolge quasi duemila lavoratori, non è un atto di responsabilità sociale ma un palliativo che perpetua una situazione di precarietà e incertezza, scaricando l’onere di una strategia industriale deficiente sulle spalle dei dipendenti.
La Fiom-Cgil del Molise esprime con forza la sua preoccupazione, denunciando l’assenza di un disegno industriale coerente e lungimirante da parte del gruppo Stellantis per lo stabilimento di Termoli.
L’impianto, punto nevralgico dell’economia regionale, si trova ad affrontare una serie di sfide strutturali che ne minano la sostenibilità a lungo termine.
La crisi del motore GSE, strettamente legata al declino della Fiat Panda, si aggiunge alle incognitive legate alla produzione del motore GME, destinato a subire un drastico ridimensionamento con l’avvio della produzione americana.
L’inattività del motore 16V e la conseguente riallocazione dei lavoratori sul GME, unitamente alla paralisi del V6 americano e al ritardo nella produzione del cambio eDCT, testimoniano una frammentazione strategica che non lascia presagire una ripresa significativa.

La preoccupazione sindacale non si limita alla mera dimensione produttiva.

Si tratta di un problema di sviluppo territoriale, di tutela del capitale umano e di preservazione dell’identità industriale di un intero territorio.
La promessa della Gigafactory, un progetto che avrebbe dovuto rappresentare il motore di una nuova era per il Molise, si è trasformata in un’illusione, un miraggio che alimenta frustrazione e disillusione.

La comunità molisana, sprovvista di risposte concrete e di una visione chiara per il futuro, non può più tollerare promesse non mantenute e rinvii continui.
La Fiom-Cgil invoca l’intervento urgente del governo, sollecitando la convocazione di un tavolo di confronto a Palazzo Chigi, affinché si definiscano azioni decisive per il futuro dello stabilimento di Termoli.
Non sono sufficienti misure emergenziali o ammorbidimenti temporanei.
È necessario un piano industriale robusto, che definisca investimenti strategici, scelte tecnologiche chiare e percorsi di sviluppo sostenibile.
Si tratta di garantire non solo la sopravvivenza dell’impianto, ma anche la creazione di nuove opportunità occupazionali, l’attrazione di investimenti esterni e la valorizzazione delle competenze locali.

Il futuro del Molise non può essere lasciato in bilico, vittima di una strategia industriale vaga e di una mancanza di visione politica.
Servono azioni concrete, coraggio e una volontà politica ferma per restituire dignità e prospettive ad un territorio che merita di essere valorizzato e non abbandonato.

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