Custodi di Parole, Echi di una Montagna: Il Dizionario Capracottese come Ancoraggio IdentitarioNel cuore del Molise, a Capracotta, un borgo aggrappato a 1.421 metri di altitudine e custode di un’autenticità primordiale, si celebra un atto di resistenza culturale: la pubblicazione di un dizionario italiano-capracottese.
Un’impresa coraggiosa, voluta dal sindaco Candido Paglione, che raccoglie oltre 2.400 voci, non semplici traduzioni, ma finestre aperte su un universo di significati, sfumature e sensibilità legate a un territorio e a una comunità.
Lungi dall’essere un mero esercizio filologico, questa raccolta rappresenta una vera e propria dichiarazione d’amore per Capracotta, un tentativo disperato di arginare la marea dello spopolamento che minaccia l’identità di molti piccoli centri montani.
La lingua, in questo contesto, si rivela il tessuto connettivo che lega generazioni, un deposito inestimabile di memorie collettive che rischiano di svanire con la scomparsa dei parlanti.
Il lessico capracottese, come una mappa stratificata, rivela i valori e le preoccupazioni di un popolo legato al ritmo delle stagioni, alla fatica del lavoro agricolo e alla resilienza di fronte alle asperità della vita in montagna.
“Abbreugnarse” per vergognarsi, “peperepizze” per trottola, “nguaiatatura” per arrabbiatura, “paturnia” per tristezza: ogni parola è un frammento di esperienza, un’eco di vissuto che risuona nel paesaggio.
I termini legati agli elementi naturali – “sciuccà” per fioccare, “sciucculià” per nevischio, “ielàta” per gelata – testimoniano un rapporto profondo e ancestrale con l’ambiente.
L’iniziativa, frutto dell’instancabile impegno di Felice Dell’Armi e di sua figlia Clara, è un ponte tra passato e futuro.
Dell’Armi, un medico originario di Capracotta, ha riversato nell’opera l’amore per le proprie radici, affidando le parole a carta e penna, un metodo che ne sottolinea la gravità e la laboriosità.
Clara, farmacista a Lioni, ha contribuito con competenza e passione, assicurando la pubblicazione definitiva.
La consegna del dizionario agli studenti rappresenta un momento cruciale: un passaggio di testimone che mira a risvegliare la consapevolezza identitaria nelle nuove generazioni.
In un contesto di cronicissimo spopolamento, con una trentina di alunni che frequentano le pluriclassi, la preservazione della lingua diventa un atto di resistenza culturale.
Questo dizionario non è solo un catalogo di termini, ma un viaggio emozionale alla scoperta di un’anima collettiva.
È un tentativo di decifrare, attraverso la parola, i sentimenti più autentici di un popolo, la sua dignità, la sua operosità, la sua capacità di affrontare le difficoltà con coraggio e resilienza.
È, come affermava Gianvincenzo Ciarlanti, lo storico isernino del diciassettesimo secolo, “grande cosa scrivere sul proprio paese”, anche se la scrittura non dovesse raggiungere la perfezione.
Si tratta di lasciare un segno indelebile nella memoria del mondo, un’identità culturale da custodire e tramandare alle future generazioni, come un tesoro prezioso.








