La gestione dell’emergenza sanitaria territoriale in Molise continua a navigare in acque agitate, con un intervento di proroga dell’accordo che regola le attività supplementari dei medici di medicina generale (MMg) convenzionati, estendendolo fino al 31 agosto. La decisione, assunta congiuntamente dal Commissario ad Acta per la sanità, Marco Bonamico, e dal Sub Commissario, Ulisse Di Giacomo, si configura come una misura d’urgenza volta a mitigare una crisi strutturale che affligge il Servizio 118 regionale.La proroga non è un atto isolato, ma il sintomo di una problematica più ampia: una carenza cronica di personale medico che sta mettendo a dura prova la sostenibilità del sistema di emergenza. L’attuale organizzazione del Servizio 118, benché teoricamente basata su una rete di 16 postazioni che richiederebbe un organico di 96 medici, si trova a operare con un numero di professionisti drasticamente ridotto, attestandosi a soli 30. Questa discrepanza crea un divario critico tra la domanda di servizi di emergenza e la capacità di risposta, con potenziali ripercussioni dirette sulla sicurezza dei cittadini e sulla qualità dell’assistenza fornita.Il fenomeno della carenza di medici non è una peculiarità molisana, ma riflette una tendenza nazionale che investe il sistema sanitario pubblico in diverse regioni. Tuttavia, in Molise, la situazione appare particolarmente accentuata, complice una combinazione di fattori che includono la mobilità dei professionisti verso aree geografiche più attrattive, la difficoltà di reperire nuovi medici disposti a stabilirsi in contesti regionali meno dotati di infrastrutture e servizi, e le condizioni economiche e contrattuali che spesso rendono meno competitivo il lavoro nel settore pubblico.L’impatto di questa carenza si manifesta non solo in termini numerici, ma anche in termini di carico di lavoro per i medici presenti, aumentando il rischio di burnout e compromettendo la loro capacità di garantire un’assistenza adeguata. Si pone quindi l’urgenza di implementare strategie a lungo termine che non si limitino a tamponare la situazione con proroghe, ma che affrontino le cause profonde del problema. Queste strategie potrebbero includere incentivi economici e professionali per attrarre nuovi medici, investimenti in infrastrutture e tecnologie per migliorare le condizioni di lavoro, e una revisione dell’organizzazione del servizio per ottimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili. La sfida è complessa, ma la salvaguardia della salute pubblica e la garanzia di un accesso equo ai servizi sanitari di emergenza richiedono un impegno concreto e mirato.
Emergenza Molise: proroga per i medici di famiglia, carenza cronica al 118.
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