venerdì 22 Agosto 2025
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Campobasso

Furto e salute: la disperazione di un pensionato senza auto

La vicenda di un pensionato beneventano, vittima di un furto inatteso a Campomarino Lido, solleva una questione di profonda umanità e di accesso alle cure essenziali.
L’uomo, costretto alla pensione prematuramente a causa di una grave disabilità fisica, si trova ora in una situazione di estrema vulnerabilità, privata del mezzo di trasporto indispensabile per la sua sopravvivenza e per il mantenimento della sua salute.

Il furto, consumatosi nella notte tra il 19 e il 20 agosto in un parcheggio del centro rivierasco, ha colpito una Fiat Panda, apparentemente un veicolo ordinario, ma che per il pensionato rappresenta un ponte vitale verso il Gemelli di Roma, centro specializzato dove si sottopone a controlli periodici cruciali per la gestione del suo impianto di elettrostimolazione del midollo osseo.
Questa tecnologia, salvaguardia della sua mobilità e qualità di vita, necessita di monitoraggio costante da parte di un team medico specializzato, un impegno che senza il mezzo di trasporto diventa irrealizzabile.
La denuncia del figlio, che solitamente utilizza la vettura, ha immediatamente attivato le indagini dei Carabinieri, i quali stanno lavorando per rintracciare i responsabili.

Tuttavia, al di là dell’aspetto criminale, la vicenda pone l’accento sulla fragilità di chi, a causa di una patologia o di una disabilità, dipende da risorse esterne per accedere a cure mediche specialistiche.

L’appello disperato del pensionato, che si dichiara “invalido al cento per cento” e sottolinea l’impossibilità di proseguire i controlli sanitari senza l’auto, è un grido di aiuto che va al di là della semplice richiesta di restituzione di un bene materiale.

È un monito sull’importanza di garantire a tutti, senza distinzioni, la possibilità di accedere alle cure necessarie, superando barriere geografiche, economiche o logistiche.
Il gesto di clemenza da parte dei presunti malviventi, restituendo la vettura, non sarebbe solo un atto di umanità, ma anche un segno tangibile di responsabilità sociale e di rispetto per la dignità umana.

L’episodio riaccende il dibattito sulla responsabilità collettiva nei confronti delle persone vulnerabili e sulla necessità di creare un sistema di supporto più efficace per chi, come questo pensionato, si trova in una condizione di estrema dipendenza.

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