La vicenda della Gigafactory di Termoli, cruciale per l’industria energetica e l’occupazione nazionale, ha sollevato un dibattito urgente sulla responsabilità e l’azione politica.
In risposta all’interrogazione presentata dal Movimento 5 Stelle, la Commissione Europea ha formalmente riconosciuto l’esistenza di strumenti finanziari e di supporto già disponibili per il settore delle batterie, ribadendo che l’utilizzo di tali risorse è prerogativa esclusiva del governo italiano.
La risposta ufficiale del Vicepresidente Esecutivo Stéphane Séjourné, trasmessa attraverso i canali della European Battery Alliance, sottolinea la consapevolezza di Bruxelles riguardo all’importanza strategica del progetto e il monitoraggio costante dei suoi sviluppi.
Un potenziale di finanziamento di 1,8 miliardi di euro, derivante dal Fondo per l’Innovazione, e le misure previste dal pacchetto “Battery Booster”, mirate a potenziare la competitività della produzione europea, rimangono a disposizione.
Tuttavia, la Commissione Europea, inequivocabilmente, delega all’Italia la decisione di allocare queste risorse al progetto di Termoli, evidenziando un quadro di opportunità, ma non un impegno diretto.
Il Movimento 5 Stelle interpreta questa comunicazione come una conferma delle critiche mosse nei mesi precedenti: la Gigafactory, senza un’azione decisa del governo, rischia di rimanere un’aspirazione incompiuta, un annuncio senza realizzazione concreta.
L’inerzia politica a livello nazionale, secondo i pentastellati, mette a repentaglio la ripresa industriale del territorio e la creazione di nuovi posti di lavoro.
La posizione di Stellantis, principale stakeholder del consorzio ACC (Automotive Cells Company), emerge come un elemento critico.
L’azienda, percepita come un partner imprescindibile, non può esimersi dalla responsabilità di garantire la realizzazione del progetto.
La sensazione che la decisione finale ricada interamente su ACC, senza una leadership proattiva da parte di Stellantis, alimenta ulteriori preoccupazioni.
L’azienda è accusata di un ruolo passivo, di un coinvolgimento apparentemente privo di iniziativa.
La chiara comunicazione di Bruxelles, che evidenzia la disponibilità di supporto, rivela un vuoto di volontà politica a livello nazionale.
L’assenza di un impegno governativo incisivo, capace di tradurre in atti le opportunità europee, sta generando incertezza e alimentando la frustrazione tra i lavoratori e le comunità locali.
La situazione richiede un intervento tempestivo e risolutivo.
Il consigliere regionale Gravina sollecita la calendarizzazione di una mozione specifica sulla Gigafactory, rifiutando un atteggiamento di mera ricezione di decisioni esterne o di semplice eco delle dichiarazioni ministeriali.
La Regione, secondo il M5S, deve assumere una posizione chiara, verificabile e responsabile di fronte ai cittadini, non limitandosi a un ruolo passivo di esecutore di scelte altrui.
L’ora è quella di un’azione politica proattiva, di un’assunzione di responsabilità che vada oltre la retorica e si traduca in fatti concreti per il futuro industriale e sociale del territorio.
La Gigafactory non è solo un progetto industriale, ma un simbolo di speranza e di sviluppo per l’Italia.