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Infermiere e Medici: il Molise guida l’assistenza in Italia

Il panorama assistenziale italiano rivela dinamiche regionali significative nella distribuzione del personale sanitario, come evidenziato dal primo Rapporto nazionale della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (Fnopi), elaborato in collaborazione con la Scuola Superiore S.

Anna di Pisa e basato sui dati del Conto Annuale del Personale del 2022.
Il rapporto mette in luce come il Molise si distingua come regione leader in termini di proporzione tra infermieri e medici all’interno del settore pubblico, con un indice di 3,19 infermieri ogni medico, superando la media nazionale di 2,48 e precedendo Veneto (2,96) ed Emilia-Romagna (2,95).

Questa elevata proporzione infermiere/medico non è un dato isolato, ma suggerisce un modello organizzativo potenzialmente orientato a un’assistenza più focalizzata sul paziente e più personalizzata.

Un numero maggiore di infermieri può infatti favorire un approccio più olistico, con una maggiore attenzione ai bisogni individuali, alla prevenzione e all’educazione terapeutica, alleggerendo il carico di lavoro dei medici e permettendo loro di concentrarsi su compiti più complessi.

L’analisi comparativa regionale rivela una notevole eterogeneità.
Regioni come Campania (2,19), Abruzzo (2,18), Calabria (2,10), Sardegna (2,05), Valle d’Aosta (2,03) e Sicilia (1,90) presentano proporzioni infermiere/medico più basse rispetto alla media nazionale, potenzialmente indicando una minore capacità di offrire un’assistenza incentrata sul paziente e un’assistenza continuativa.

Questa disparità potrebbe essere legata a fattori come la disponibilità di risorse finanziarie, le politiche di reclutamento e la pianificazione strategica delle risorse umane sanitarie.

Oltre al rapporto tra infermieri e medici, il Rapporto Fnopi esamina anche l’incidenza dell’assenza del personale infermieristico.

Anche in questo caso, il Molise si posiziona favorevolmente, con un tasso di assenza del 14%, tra i più bassi d’Italia, a pari merito con Abruzzo e Veneto (media nazionale 16%).

Un tasso di assenza inferiore indica una maggiore stabilità della forza lavoro, una migliore gestione delle risorse umane e una minore pressione sul personale rimasto, con un impatto positivo sulla qualità dell’assistenza.

L’analisi del Rapporto Fnopi non solo fornisce un quadro dettagliato della situazione attuale, ma sottolinea anche la necessità di interventi mirati per uniformare i livelli di assistenza in tutto il Paese, riducendo le disparità regionali e garantendo un accesso equo a cure di qualità per tutti i cittadini.
Ulteriori studi dovrebbero approfondire le cause delle differenze regionali e valutare l’efficacia di diverse strategie per ottimizzare la distribuzione e l’utilizzo del personale sanitario.

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