Un’azione sinergica e proattiva per contrastare l’evasione fiscale e i reati connessi si consolida nel territorio del Tribunale di Larino, con la firma di un protocollo d’intesa tra la Procura della Repubblica, la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate.
La cerimonia, avvenuta nel Palazzo di Giustizia frentano, ha visto la partecipazione del procuratore capo Elvira Antonelli, del generale Danilo Petrucelli, comandante regionale Molise delle Fiamme Gialle, e del direttore regionale dell’Agenzia delle Entrate, Giovanni Battista Cantisani, segnando un ulteriore passo avanti nella lotta alla criminalità tributaria.
Questo accordo, che si innesta in una strategia più ampia iniziata con la Procura di Campobasso lo scorso ottobre, non si limita a una mera collaborazione procedurale, ma mira a instaurare un vero e proprio sistema di intelligence e prevenzione.
L’obiettivo primario è garantire una convergenza operativa tra le attività di controllo dell’Amministrazione finanziaria, volta a individuare irregolarità e frodi, e l’indirizzo delle indagini svolto dal Pubblico Ministero, fondamentale per la perseguibilità degli illeciti.
Al cuore del protocollo risiede la creazione di un tavolo tecnico permanente, un organismo di coordinamento dedicato all’analisi approfondita dei casi e all’ottimizzazione delle metodologie investigative.
Questo tavolo, composto da esperti delle tre istituzioni, avrà il compito di valutare costantemente l’efficacia delle azioni intraprese, condividendo informazioni cruciali e procedure operative innovative per accertare con maggiore precisione gli illeciti fiscali, sempre più sofisticati e transnazionali.
L’iniziativa si pone in un contesto economico e sociale complesso, dove l’evasione fiscale non è solo una questione di responsabilità individuale, ma un fenomeno che erode le risorse pubbliche, distorce la concorrenza e alimenta l’economia sommersa.
Il recupero dei proventi illeciti non rappresenta solo un vantaggio economico per lo Stato, ma un segnale forte di giustizia e di deterrenza per i potenziali evasori.
La capacità di fornire all’Autorità giudiziaria, in tempi rapidi, una mappatura dettagliata dei patrimoni mobiliari e immobiliari degli indagati è un elemento chiave dell’accordo.
Questa ricognizione tempestiva consente di attivare immediatamente provvedimenti di sequestro preventivo, salvaguardando i beni illeciti e ostacolando la loro dispersione.
L’azione si configura quindi come un’arma cruciale per colpire al cuore le attività criminali che si nutrono dell’evasione fiscale, favorendo un mercato più equo e trasparente e sostenendo lo sviluppo economico del territorio.
La collaborazione tra le istituzioni si presenta come un modello di efficienza e proattività nella tutela del bene pubblico.







