martedì 9 Settembre 2025
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Mare Monstrum: il Molise sommerso dalle illegalità

Il rapporto “Mare Monstrum 2025” di Legambiente proietta un quadro preoccupante per la regione Molise, rivelando un’intensità di attività illegali nel mare che la posiziona tra le aree più critiche d’Italia.
L’analisi, basata sui dati forniti dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di Porto, evidenzia un sistema complesso di sfide ambientali e gestionali che minacciano la fragilità dell’ecosistema molisano.
Nel corso del 2024, le forze dell’ordine hanno intensificato l’impegno con 16.887 controlli, un numero significativo che riflette la crescente consapevolezza della necessità di contrastare le attività illecite.
Tuttavia, l’efficacia di questi controlli si misura anche attraverso i risultati ottenuti: 353 reati accertati, che, pur rappresentando solo l’1,4% del totale dei controlli, denunciano una realtà strutturale di illegalità.

Le 475 persone denunciate testimoniano l’ampiezza del coinvolgimento in attività illecite, che spaziano dall’abusivismo edilizio alla pesca illegale, passando per forme di inquinamento marino.

L’aspetto più allarmante è rappresentato dai 19 sequestri penali eseguiti, un indicatore di attività criminali di particolare gravità.
I 536 illeciti riscontrati, e le 451 sanzioni elevate, quantificabili per un valore complessivo di 2.578.696 euro, sottolineano l’impatto economico e ambientale di queste attività.
Questa somma, sebbene significativa, deve essere considerata in relazione ai costi di ripristino ambientale e al danno arrecato all’economia legale legata alla pesca e al turismo sostenibile.
La densità di reati e illeciti per chilometro di costa – 889 totali su una costa molisana di 35,4 km – genera una media di 25,1 illeciti per chilometro, il secondo valore più alto a livello nazionale dopo la Basilicata (33,6 per km) e l’Emilia Romagna (29,9).

Questo dato, particolarmente rilevante, suggerisce una vulnerabilità intrinseca del litorale molisano, forse dovuta a una combinazione di fattori socio-economici, carenza di risorse dedicate alla sorveglianza e una complessa gestione del territorio.

Le conseguenze di questa situazione sono molteplici: degrado ambientale, perdita di biodiversità, impoverimento delle risorse ittiche, danni all’immagine turistica della regione.

È necessario un approccio integrato e multidisciplinare che coinvolga istituzioni, forze dell’ordine, comunità locali e associazioni ambientaliste.
Un piano strategico che investa in tecnologie di monitoraggio avanzate, rafforzi la presenza delle forze dell’ordine, promuova la sensibilizzazione e l’educazione ambientale, e soprattutto, rafforzi i meccanismi di controllo e sanzione per chi viola le leggi che tutelano il mare.

La salvaguardia del patrimonio naturale del Molise non è solo un imperativo etico, ma anche una condizione imprescindibile per lo sviluppo sostenibile della regione.

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