La recente celebrazione dei Misteri di Campobasso ha rappresentato ben più di una semplice ricorrenza: è stata un’immersione profonda nell’identità molisana, un atto di resilienza culturale che ha tessuto un legame indissolubile tra passato, presente e futuro. La sindaca Marialuisa Forte, con parole dense di significato, ha descritto un’esperienza collettiva che ha risvegliato sentimenti di gioia, commozione e un profondo senso di appartenenza, un’occasione di riconciliazione con le proprie radici e una vibrante affermazione della propria unicità.I tredici Ingegni, custodi silenziosi di una storia secolare, si sono levati nel cielo di Campobasso, non come semplici macchine, ma come manifestazioni tangibili di un’ingegnosità artistica che sfida il tempo. Saverio Di Zinno, il visionario artefice di queste opere monumentali, ha lasciato un’eredità inestimabile: la capacità di trascendere le barriere del reale, proiettando la città in una dimensione sospesa tra la memoria ancestrale e la speranza di un domani. Queste imponenti strutture, frutto di secoli di maestria artigianale, hanno resistito alle incertezze del tempo, superando guerre e difficoltà, incarnando la forza d’animo e la tenacia di un popolo. La loro rievocazione non è un mero rituale, ma un atto di fede nella propria cultura, un invito a custodire e tramandare un patrimonio immateriale di inestimabile valore.Il ruolo del sindaco, in questa circostanza, non si limita alla mera istituzionalità, ma si configura come quello di una guida spirituale, una custode della memoria collettiva. Accogliere i diavoli, gli angeli e i santi che animano questi Ingegni significa accogliere l’intera comunità, rinsaldando il tessuto sociale e celebrando l’unicità di Campobasso. La magia dei Misteri risiede proprio in questa capacità di coinvolgere tutti, di trasportare le persone in un mondo di simboli e significati, dove l’identità si rivela in tutta la sua ricchezza e complessità. La solennità della celebrazione è stata, tuttavia, interrotta da un pensiero gravido di angoscia, proiettato verso gli eventi drammatici che scuotono il mondo. L’escalation militare in atto, con le sue conseguenze devastanti, impone un silenzio carico di dolore e di indignazione. Un appello alla pace, un monito a costruire ponti invece di muri, a disarmare le menti e i cuori prima di agire con le armi.Un ricordo commosso è stato poi dedicato ad Adamo D’Aversa, un dipendente comunale la cui scomparsa improvvisa ha lasciato un vuoto incolmabile nella comunità. Un gesto di vicinanza e di solidarietà alla sua famiglia, testimonianza della profonda umanità che anima i cuori di Campobasso, capaci di celebrare la vita e di piangere la perdita con la stessa intensità.
Misteri di Campobasso: Tra Identità, Memoria e Appello alla Pace
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