Molisano, paradossi nel consumo di suolo: un campanello d’allarme.

Il Molisano paesaggio, custode silenzioso di un consumo di suolo apparentemente contenuto nel quadro nazionale del 2023, cela una paradossale realtà: un dato pro capite di 602 metri quadrati che lo posiziona tra le regioni italiane con la più significativa impronta antropica per abitante.
Un’anomalia riscontrabile, in misura diversa, anche in Basilicata (596 metri quadri pro capite), regioni che, pur manifestando un consumo complessivo “contenuto” a livello regionale, denotano una pressione individuale sul territorio particolarmente elevata.

L’analisi presentata nel 59° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese rivela dinamiche complesse, sfatando la visione semplicistica di una correlazione diretta tra estensione territoriale e impatto antropico.

Mentre regioni come l’Emilia-Romagna (452 metri quadri pro capite), il Veneto (449) e il Friuli Venezia Giulia (533) mostrano valori differenti, tutti quanti testimoniano come la densità abitativa e le abitudini di consumo incidano profondamente sull’uso del suolo.

La Campania, nel contesto meridionale, emerge come un caso emblematico di un approccio differente, caratterizzato da un consumo di suolo quantificabile oltre il 10,5%, un dato che suggerisce un’intensificazione dell’attività antropica e, potenzialmente, una maggiore pressione sulle risorse naturali.

Questo dato solleva interrogativi cruciali sulla sostenibilità delle pratiche di sviluppo e sulla necessità di una pianificazione territoriale più attenta e responsabile.

Il rapporto del Censis non si limita a presentare numeri, ma invita a una riflessione più ampia.
I dati pro capite, in particolare, suggeriscono che il problema non risiede tanto nella quantità di suolo disponibile, quanto nella sua gestione e nell’efficienza con cui viene utilizzato.
Si apre un dibattito sull’urbanizzazione diffusa, la frammentazione del territorio agricolo, l’infrastrutturazione eccessiva e le scelte abitative che, spesso, privilegiano la dispersione anziché la densificazione intelligente.

L’analisi del consumo di suolo deve essere integrata con una valutazione degli stili di vita, delle abitudini di mobilità, delle preferenze residenziali e delle scelte di consumo.
Il rapporto Censis, in questo senso, rappresenta un campanello d’allarme, un invito a ripensare il nostro rapporto con il territorio e a promuovere un modello di sviluppo più sostenibile, che concili le esigenze economiche e sociali con la tutela del paesaggio e della biodiversità.
La sfida è quella di trasformare la pressione individuale sul suolo in opportunità per un territorio più resiliente e vivibile.

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