Il Molise si posiziona in un allarmante scenario nazionale per quanto riguarda la diffusione delle sigarette elettroniche, occupando la seconda posizione in Italia per prevalenza di utilizzatori, con un tasso del 6,1%.
Questa percentuale, un raddoppio rispetto ai dati del 2021, emerge dal Rapporto Osservasalute, un’indagine condotta dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute come Bene Comune presso l’Università Cattolica di Roma.
Il dato, sebbene colloca il Molise subito dietro l’Abruzzo (6,2%), riflette una tendenza preoccupante che investe l’intero territorio nazionale.
L’analisi, basata su dati provenienti dall’Indagine Multiscopo dell’Istat “Aspetti della vita quotidiana” del 2023, rivela una crescita esponenziale dell’uso di e-cig, che nel 2023 coinvolge il 4,8% della popolazione italiana sopra i 14 anni – un numero che si avvicina ai 2,5 milioni di individui.
Questa diffusione non è uniforme, con una chiara prevalenza maschile: il 5,4% degli uomini si dichiara utilizzatore di sigarette elettroniche, contro il 4,2% delle donne, suggerendo dinamiche sociali e di genere che meritano un’attenta considerazione.
Il percorso di questa tendenza è stato graduale.
Nel 2014, anno di avvio della rilevazione Istat, gli utilizzatori di sigarette elettroniche si attestavano intorno agli 800.000.
L’evoluzione in meno di un decennio testimonia una rapida adozione, che solleva interrogativi sulla velocità di diffusione di questi dispositivi e sulla loro percezione come alternative meno dannose rispetto al tabacco tradizionale, una percezione spesso in contrasto con le crescenti evidenze scientifiche.
Un’analisi più approfondita dei dati rivela che l’utilizzo di e-cig è particolarmente diffuso tra gli uomini di età compresa tra i 25 e i 44 anni (9,5%) e tra i 45 e i 64 anni (11%), fasce d’età che presentano anche le maggiori prevalenze tra le donne.
Questa distribuzione suggerisce un legame con la transizione verso l’uso di questi dispositivi come strumento di gestione o sostituzione della dipendenza nicotinica.
Le dislocazioni geografiche evidenziano una maggiore incidenza nell’area Centro Italia (5,3%), superando la media nazionale.
Un elemento cruciale è la differenza marcata tra i centri delle aree metropolitane (6,1%) e le loro periferie (5,1%) rispetto ai piccoli centri abitati (3,8%).
Questo dato suggerisce che l’accesso, la disponibilità di informazioni e le influenze sociali in contesti urbani densamente popolati contribuiscono in modo significativo alla diffusione dell’abitudine.
La concentrazione nelle aree metropolitane sottolinea la necessità di interventi mirati di sensibilizzazione e prevenzione.
L’aumento della prevalenza in contesti urbani, in contrasto con i piccoli centri, richiede un’analisi più granulare dei fattori socio-culturali e di marketing che guidano queste scelte di consumo, con particolare attenzione al ruolo della pubblicità e dell’influenza dei pari.
L’adozione precoce e la normalizzazione dell’uso di e-cig rappresentano sfide significative per la salute pubblica, soprattutto tra i giovani.






