Il Molise, un’isola ferroviaria: tra promesse disattese e isolamento crescenteLa drammatica situazione dei trasporti ferroviari in Molise, da ironia amara a tangibile realtà, rischia di relegare la regione a un limbo infrastrutturale, quasi un’entità geografica evanescente.
L’assenza di collegamenti diretti con il capoluogo, Campobasso, unico capoluogo di regione italiana privo di stazione ferroviaria attiva, è il sintomo più evidente di un quadro complessivo inquietante.
Al di là della linea adriatica che lambisce la costa, la regione è progressivamente isolata, compromettendo la mobilità, l’economia e il tessuto sociale.
L’agonia dei trasporti molisani affonda le sue radici in un progetto che, almeno sulla carta, doveva segnare una svolta: l’elettrificazione della linea Campobasso-Venafro.
L’annuncio, datato 2017, generò aspettative enormi, ma si è presto trasformato in un incubo di ritardi, imprevisti e costi lievitati.
La chiusura della stazione di Campobasso nel giugno 2020 ha sancito l’inizio di un’era di disservizio, con i pendolari costretti a ricorrere a costosi e inefficienti autobus sostitutivi.
Le proiezioni iniziali fissavano la riapertura al 2023, ma una serie di fattori, tra cui un significativo crollo in una galleria tra Vinchiaturo e Baranello, hanno portato a continui rinvii.
Le stime di costo, originariamente fissate a 80 milioni di euro, sono ormai salite a quasi 400 milioni, un incremento spaventoso che solleva interrogativi sulla gestione del progetto.
Sebbene siano stati progressivamente riaperti alcuni tratti in provincia di Isernia, e si preveda la riattivazione dei treni da Bojano nel prossimo anno, Campobasso rimane intrappolata in una spirale di attesa infinita.
La linea Campobasso-Termoli, precedentemente inagibile per anni, aveva visto una breve ripresa nel 2020, ma una frana sui binari l’ha nuovamente resa inutilizzabile, aggravando ulteriormente la situazione.
A questa cronica mancanza di servizi si aggiungono ulteriori disagi: la soppressione dei treni tra Isernia e Roma per lavori a Ciampino e Colleferro, e un nuovo stop previsto tra Isernia e Venafro nel periodo natalizio.
Questi annunci hanno riacceso le proteste e alimentato un sentimento di frustrazione e abbandono.
L’impatto di questa situazione è devastante.
L’assenza di collegamenti ferroviari regionali compromette l’accesso ai servizi, limita le opportunità di lavoro, ostacola lo sviluppo economico e danneggia il turismo.
Il rischio è quello di un completo isolamento ferroviario, con conseguenze gravi per l’intera regione.
Le opposizioni in consiglio regionale, dal Partito Democratico al Movimento 5 Stelle, hanno sollevato la questione, denunciando un danno senza precedenti per la mobilità regionale.
Il consigliere pentastellato Roberto Gravina ha descritto la situazione come un “danno senza precedenti per durata e impatto”.
La risposta del sottosegretario alla presidenza della Regione, Vincenzo Niro, delegato ai Trasporti, è stata quella di assicurare un impegno a ridurre al minimo i disagi con servizi di autobus sostitutivi più efficienti.
Tuttavia, la necessità di un intervento strutturale e di una revisione radicale della gestione dei trasporti ferroviari in Molise appare urgente e imprescindibile.
La regione rischia di essere relegata ai margini del sistema nazionale, a meno che non si agisca con decisione e lungimiranza per garantire un futuro di mobilità connessa e sostenibile.