Il Molise, nel quadro nazionale del benessere equo e sostenibile delineato dal Rapporto Bes 2024 dell’Istat, si presenta con un profilo complesso e sfaccettato in termini di assistenza sanitaria.
Se da un lato spicca per la disponibilità di posti letto ospedalieri in reparti ad alta intensità di cura, dall’altro si confronta con criticità legate alla mobilità sanitaria e con un quadro parzialmente rasserenante per quanto riguarda l’assistenza domiciliare agli anziani.
L’indicatore dei posti letto ospedalieri per 10.000 abitanti, che nel 2023 si attesta a 3,9, colloca il Molise in una posizione di relativa eccellenza rispetto alla media nazionale (2,9) e in particolare in confronto ad altre regioni meridionali.
Questo dato, apparentemente positivo, deve essere interpretato alla luce di ulteriori elementi che ne complicano il significato.
Invero, la disponibilità di risorse ospedaliere non si traduce automaticamente in una risposta efficace ed efficiente ai bisogni di salute della popolazione.
La densità di posti letto, infatti, è solo un aspetto della performance di un sistema sanitario, e non tiene conto di fattori cruciali come la specializzazione del personale, la disponibilità di tecnologie avanzate, l’organizzazione dei percorsi diagnostico-terapeutici e, soprattutto, l’integrazione con i servizi territoriali.
L’elevata mobilità ospedaliera in uscita per cure ad elevata complessità, pari al 32,7% nel 2023, costituisce un campanello d’allarme.
Questo fenomeno, in crescita rispetto all’anno precedente (30,6%), suggerisce che i pazienti molisani, per ottenere cure specialistiche non disponibili sul territorio regionale, sono costretti a spostarsi in altre regioni, con conseguenti disagi economici, sociali e sanitari.
La mobilità ospedaliera, oltre a generare costi aggiuntivi per il sistema sanitario, compromette la continuità delle cure e aumenta il rischio di complicazioni per i pazienti.
Le cause di questa mobilità possono essere molteplici: carenze strutturali e di personale negli ospedali regionali, mancanza di specialisti, tempi di attesa eccessivi per visite ed esami, oppure l’assenza di servizi di diagnosi e cura ad alta specializzazione.
Un segnale incoraggiante emerge invece dall’analisi dell’assistenza domiciliare integrata (Adi) per anziani, con una copertura del 7,2%.
Questo dato, che posiziona il Molise tra le regioni con le migliori performance, indica un impegno crescente verso un modello di cura che privilegia la prossimità, la personalizzazione e il mantenimento del paziente nel proprio ambiente familiare.
L’Adi, infatti, rappresenta una risposta concreta alle esigenze di una popolazione anziana in crescita e permette di alleggerire il carico sugli ospedali e sui servizi ambulatoriali.
In conclusione, il quadro sanitario del Molise si rivela un mosaico di luci e ombre.
Se la disponibilità di posti letto ospedalieri rappresenta un punto di forza, la mobilità sanitaria in uscita e le potenziali cause sottostanti necessitano di un’analisi approfondita e di interventi mirati.
Il successo di un sistema sanitario efficace dipende dalla capacità di integrare in modo efficiente i diversi livelli di assistenza, promuovere la prevenzione, incentivare la digitalizzazione e, soprattutto, ascoltare le esigenze dei cittadini, mettendo al centro la persona e il suo percorso di cura.
Un approccio multidisciplinare, che coinvolga professionisti sanitari, amministratori pubblici e rappresentanti della società civile, è fondamentale per costruire un sistema sanitario più equo, sostenibile e capace di rispondere alle sfide del futuro.








