La scomparsa di un trentottenne, rinvenuto senza vita in una cella frigorifera di un supermercato a Termoli, ha innescato un’indagine complessa, alimentata dalle denunce dei genitori che rifiutano l’interpretazione suicidaria e ipotizzano un omicidio, o, in alternativa, un’istigazione al suicidio.
La famiglia, residente in Abruzzo e rappresentata dall’avvocato Piero Lorusso, ha formalizzato la denuncia alla Procura di Larino, allegando fotografie del corpo che rivelano anomalie circostanti la regione cervicale, compatibili con segni di strangolamento.
L’elemento centrale della querela ruota attorno alla dinamica della relazione sentimentale del defunto.
I genitori sospettano un contesto di violenza domestica perpetrata dalla convivente, esacerbata dal desiderio dell’uomo di interrompere la relazione, lasciare l’abitazione condivisa e rientrare nel paese d’origine per lavorare nell’azienda agricola paterna.
Questa decisione, lungi dall’essere accolta pacificamente, avrebbe generato tensioni familiari di notevole intensità.
Un dettaglio aggiuntivo desta ulteriori interrogativi: l’acquisto, da parte del trentottenne, di un terreno tre mesi prima della sua morte.
La famiglia ha richiesto il sequestro di questo bene, intuendo un possibile collegamento con gli eventi tragici e suggerendo una possibile motivazione finanziaria dietro la scomparsa.
La denuncia si estende a ipotesi ancora più gravose, proiettando l’indagine in un contesto di criminalità organizzata.
I genitori hanno avanzato il timore che la morte del figlio possa essere collegata all’infiltrazione mafiosa nel territorio abruzzese e molisano, sollevando interrogativi sulla possibile esistenza di debiti o legami compromettenti.
Le richieste formulate dall’avvocato della famiglia sono ampie e mirano a ricostruire la vicenda con la massima accuratezza.
Si chiede l’esecuzione di un’autopsia completa, volta a determinare con precisione la causa del decesso e a escludere o confermare l’ipotesi di strangolamento.
Parallelamente, è stata richiesta una perizia grafologica sul presunto biglietto d’addio, per verificarne l’autenticità e accertare se la scrittura sia frutto di libera volontà o di una coercizione esterna.
Un ulteriore elemento cruciale è l’audizione, in modalità protetta, del figlio minore della coppia, potenzialmente testimone di dinamiche familiari conflittuali.
Le indagini devono inoltre approfondire la sicurezza strutturale e procedurale del supermercato, esaminando i sistemi di videosorveglianza per identificare chi ha avuto accesso al locale nelle ore precedenti la scoperta del corpo.
L’analisi delle registrazioni, unitamente a perizie mediche sui segni cervicali, una ricerca di lesioni difensive e una ricostruzione accurata della scena del crimine, sono considerate essenziali per chiarire l’accaduto.
È fondamentale sottolineare che le accuse mosse dai genitori sono, allo stato attuale, mere ipotesi, soggette a verifica da parte della Procura che, in ultima analisi, deciderà se procedere con indagini più approfondite o archiviare la denuncia.
L’indagine si presenta come un mosaico complesso di elementi emotivi, finanziari e potenzialmente criminali, richiedendo un approccio investigativo rigoroso e multidisciplinare.







