L’evoluzione del panorama musicale contemporaneo ha generato un acceso dibattito sulla facilità di accesso alla creazione e alla diffusione artistica.
Nell’ambito di una conferenza stampa a Termoli, in preparazione al concerto “Stasera che sera”, Sal Da Vinci, figura iconica del cantautorato italiano, ha offerto una prospettiva illuminante su questa trasformazione, contrapponendo l’esperienza del suo percorso artistico con le dinamiche attuali.
Oggi, l’immediatezza offerta dalle piattaforme digitali, in particolare la comunicazione istantanea attraverso dispositivi mobili, ha rivoluzionato il processo di divulgazione musicale.
Un’espressione, anche spontanea e apparentemente banale, può innescare un fenomeno virale in pochi secondi, un’esperienza impensabile per le generazioni precedenti.
In passato, la selezione e il supporto agli artisti erano filtrati attraverso la figura del direttore artistico, custode di un occhio esperto e di una visione a lungo termine.
L’investimento in un artista dipendeva dalla capacità di una composizione di risuonare profondamente con il pubblico, aprendo la strada a un percorso artistico stabile.
Da Vinci sottolinea come questa dinamica si sia invertita.
Ricorda con affetto un consiglio ricevuto dal suo primo direttore artistico, che profetizzava l’arrivo di una canzone capace di trasformare la sua vita.
La sua costanza e perseveranza, protrattesi per oltre trent’anni, hanno confermato l’importanza di questa previsione.
L’artista attribuisce al teatro un ruolo cruciale nella sua carriera, definendolo una “seconda casa”.
Molte sue composizioni, inizialmente ignorate dalle radio, hanno trovato il successo proprio grazie alle esibizioni teatrali.
Questa esperienza, condivisa anche da Renato Zero, che si avvaleva del locale “Piper” per far conoscere il proprio repertorio, evidenzia come la connessione diretta con il pubblico e l’immediatezza dell’esperienza dal vivo possano contribuire in maniera determinante al successo di una canzone.
In un’epoca in cui la soglia di accesso alla creazione musicale si è drasticamente abbassata, anche chi non possiede una tecnica impeccabile può esprimersi artisticamente.
Da Vinci, tuttavia, rimane legato al concetto di “cantante melodico”, sostenendo che l’arte può persino trascendere le difficoltà fisiche, come malanni o influenze.
Riflettendo sul successo di “Rossetto e caffè”, Da Vinci attribuisce il merito al pubblico, definendolo un “regalo” fortunato.
La sua esperienza, radicata nella gavetta, gli ha insegnato il valore della costanza, della dedizione e del profondo legame con il proprio pubblico, elementi che, a suo avviso, rimangono imprescindibili per la creazione di una vera e duratura forma d’arte.
L’era digitale ha cambiato le regole del gioco, ma i principi fondamentali dell’espressione artistica autentica, come l’impegno, la passione e la connessione umana, restano intatti.