La recente riprogettazione della Rete Ictus in Molise espone, con cruda evidenza, le profonde debolezze di un approccio gestionale locale che si dimostra incapace di affrontare con lungimiranza e risolutezza le problematiche sanitarie che affliggono la popolazione.
Questa constatazione emerge con forza da un’analisi critica, espressa in una dichiarazione del segretario di Sinistra Italia per il Molise, Vincenzo Notarangelo.
Il quadro che si delinea è caratterizzato da una polarizzazione politica che paralizza l’azione: una coalizione di centrodestra, intrappolata in una fitta rete di interessi consolidati e conflitti preesistenti, e un centrosinistra che, purtroppo, si rivela inerte, disattento e, in alcuni casi, addirittura connivente, incapace di opporsi alla progressiva erosione del sistema sanitario pubblico.
Questa situazione genera una deriva preoccupante, in cui la logica del profitto sembra prevalere sull’esigenza primaria di garantire la salute dei cittadini.
Il segretario Notarangelo solleva un campanello d’allarme cruciale: l’inarrestabile progressiva privatizzazione dei servizi sanitari molisani.
Un modello gestionale che, durante la drammatica emergenza pandemica da COVID-19, ha manifestato con chiarezza le sue fragilità strutturali e le sue lacune insanabili.
L’esperienza della pandemia ha amplificato le debolezze preesistenti, rivelando una rete di assistenza incapace di fornire risposte adeguate in situazioni di crisi e mettendo a rischio la sicurezza e il benessere dell’intera comunità.
Questa deriva privatizzatrice non è un fenomeno nuovo, ma si è intensificata negli ultimi anni, alimentata da una visione politica che privilegia la riduzione dei costi a breve termine a discapito della qualità e dell’accessibilità dei servizi.
L’affidamento di prestazioni sanitarie a soggetti privati, spesso motivato da logiche di efficienza e flessibilità, rischia di creare disuguaglianze nell’accesso alle cure, penalizzando le fasce più deboli della popolazione.
La riorganizzazione della Rete Ictus, lungi dall’essere una soluzione, appare come un sintomo di un malessere più profondo, una gestione frammentata e depauperata di risorse, che rischia di compromettere ulteriormente la capacità del sistema sanitario molisano di rispondere alle esigenze della popolazione.
È necessario un cambio di paradigma, una visione politica che metta al centro la salute dei cittadini e che garantisca un sistema sanitario pubblico, universalistico, equo e sostenibile.
Un sistema in grado di offrire risposte adeguate a tutti, indipendentemente dal reddito o dalla residenza.
La sfida è complessa, ma il futuro della sanità molisana è in gioco.