mercoledì 6 Agosto 2025
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Campobasso

San Basso: Immersioni di Fede e Speranza nel Cuore di Termoli

Il respiro profondo del mare accoglieva la prima presenza in acqua del vescovo Claudio Palumbo, un’immersione simbolica nel cuore pulsante della devozione termolese.
La processione di San Basso, patrono delle Genti di mare, non era solo un evento, ma un’esperienza che trascendeva la dimensione del rituale, svelando l’essenza profonda di una comunità radicata nella fede e nel legame indissolubile con il mare.
Il corteo, animato da imbarcazioni che solcavano le acque antistanti Termoli, evocava un’eco biblica, un richiamo alla parabola della pesca miracolosa.
Palumbo, a bordo del peschereccio “Stella del Mare”, che custodiva la statua del santo, invitava a riscoprire la potenza trasformatrice della fede, paragonandola a quell’istante in cui la disperazione si dissolveva sotto lo sguardo di Cristo.

“Che sia così anche per noi oggi”, esortava il presule, “per questa umanità assetata di speranza, desiderosa di una pesca abbondante non di pesci, ma di umanità autentica, di gesti di solidarietà e di una fede sincera capace di illuminare le tenebre.

“L’evento non si limitava a una celebrazione religiosa; si configurava come un atto di testimonianza verso la comunità internazionale.
Il vescovo Palumbo dedicò un pensiero commosso al patriarca di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, figura di spicco nella ricerca della pace e nell’assistenza alle popolazioni martoriate dai conflitti.
L’auspicio di una sua visita in Italia si faceva carico di un messaggio di speranza e di un invito alla condivisione di valori universali.
Accanto al vescovo, l’intera comunità molisana si stringeva in un abbraccio corale.
Il Presidente della Regione, Francesco Roberti, insieme ai sindaci del Basso Molise, le forze dell’ordine guidate dal neo questore Domenico Farinacci e dal prefetto Michela Lattarulo, la Capitaneria di Porto, i carabinieri, la guardia di Finanza, la polizia municipale e l’amministrazione comunale, si facevano interpreti di un sentire comune.

Roberti, con parole dense di significato, sottolineava come la processione di San Basso fosse il riflesso più autentico dell’identità termolese e del territorio circostante.
Non era solo una tradizione, ma un atto di fede che univa generazioni, valorizzava le radici e rafforzava il senso di appartenenza.
Era un’occasione per riscoprire la forza di una comunità coesa, capace di guardare al futuro con speranza e di testimoniare al mondo intero la bellezza di una fede sincera, intrisa di umanità e di un profondo legame con il mare.
La processione, quindi, si configurava come un faro di speranza, un simbolo di resilienza e un invito alla condivisione di valori che trascendono i confini geografici e culturali.

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