La comunità del Molise si erge a baluardo contro un disegno che minaccia il diritto fondamentale alla salute, un diritto impresso a caratteri indelebili nella Costituzione.
 L’allarme, espresso con fermezza dal sindaco di Isernia, Piero Castrataro, si fa eco a un sentimento diffuso, un rifiuto categorico di compromessi su un tema così cruciale per il futuro del territorio.
 La bozza del Piano Operativo Sanitario regionale, giunta al tavolo tecnico a Roma, rivela una strategia di depotenziamento delle strutture sanitarie provinciali, con tagli mirati che rischiano di compromettere l’accesso alle cure per migliaia di cittadini.
La prospettiva di relegare l’ospedale “Caracciolo” di Agnone a una struttura di comunità, seguendo l’esempio già consolidato per Venafro e Larino, rappresenta un primo, doloroso sintomo di un processo di smantellamento più ampio.
Ancora più grave è la minaccia che incombe sull’ospedale “Veneziale” di Isernia, privato del punto nascita e, soprattutto, del laboratorio di emodinamica, un’eccellenza diagnostico-terapeutica fondamentale per la gestione delle patologie cardiovascolari.
Il sindaco Castrataro, con un linguaggio chiaro e privo di ambiguità, dichiara inequivocabilmente: la difesa del laboratorio di emodinamica è una priorità assoluta, un confine invalicabile.
 Questa posizione, lungi dall’essere un’affermazione isolata, si radica in una consapevolezza condivisa, supportata dalle valutazioni dei tecnici del Tavolo sul decreto 70, che hanno riconosciuto l’importanza cruciale di queste risorse per la salute della popolazione.
La mobilitazione promessa dal primo cittadino non è una semplice reazione, ma l’espressione di un’identità territoriale che rifiuta la sottomissione.
 Un appello corale si eleva, coinvolgendo sindaci, amministratori, associazioni, giovani e anziani, tutti accomunati dalla volontà di proteggere il futuro del Molise.
  Si tratta di una battaglia che trascende i confini politici e ideologici, per affermare un principio fondamentale: la sanità pubblica non è un bene di scambio, ma un diritto inalienabile, un pilastro del benessere sociale e un elemento imprescindibile per lo sviluppo sostenibile del territorio.
 Non si può cedere al fatalismo, ma agire con determinazione e coraggio, perché il futuro della sanità molisana è responsabilità di tutti.



                                    



