martedì 29 Luglio 2025
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Sovraffollamento carcerario in Molise: allarme e specchio di una crisi nazionale

Il Molisano sistema penitenziario, come riflesso di una crisi nazionale più ampia, si presenta al 30 giugno con dati allarmanti, ufficialmente comunicati dal Ministero della Giustizia.
La Casa Circondariale di Campobasso, fulcro della struttura regionale, si attesta con una popolazione detenuta di 165 individui, un numero che supera di gran lunga la capacità regolamentare di 106 posti.
Un’elevata percentuale, pari a 46, è costituita da stranieri, evidenziando una complessità demografica che incide sulle risorse e sulle dinamiche interne.
Simile è la situazione a Larino, con 153 detenuti (7 stranieri) in un istituto progettato per 119, e a Isernia, dove il numero di 75 detenuti, inclusi 23 stranieri, ignora la capienza di soli 44 unità.
Questi numeri non sono un’anomalia isolata, ma la punta dell’iceberg di un’emergenza carceraria che l’associazione Antigone, con il suo rapporto di metà anno, ha sollevato con rinnovata urgenza.
Il documento “L’emergenza è adesso” dipinge un quadro desolante: un aumento esponenziale della popolazione carceraria accompagnato da un deterioramento progressivo delle condizioni di vita, un incremento delle proteste, un’impennata dei suicidi e un allarmante dilagare di segnalazioni riguardanti trattamenti degradanti e inumani.

La sovrappopolazione, elemento centrale della crisi, è diventata endemica.
In ben 62 istituti penali, la densità di detenuti supera la soglia critica del 150%, trasformando gli spazi in ambienti insalubri e privi di dignità.
L’immagine di una rete penitenziaria efficiente e inclusiva si dissolve, lasciando spazio a una realtà di affollamento, tensioni e potenziali rischi per la sicurezza di detenuti e personale.
L’analisi di Antigone sottolinea come la crisi carceraria non sia semplicemente una questione di numeri, ma un sintomo di un sistema penale inefficiente, incapace di rispondere alle esigenze di riabilitazione e reinserimento sociale.
La mancanza di alternative alla detenzione, la lentezza dei processi, l’inadeguatezza delle risorse umane e materiali contribuiscono a perpetuare un circolo vizioso che alimenta la sovrappopolazione e compromette la finalità rieducativa della pena.

Il rapporto di Antigone, dunque, non è solo un report statistico, ma un appello all’azione, un invito a riflettere sulle cause profonde della crisi e a implementare soluzioni innovative e sostenibili.

È necessario un ripensamento radicale del sistema penale, che metta al centro il rispetto dei diritti umani, la promozione della giustizia riparativa e l’investimento in programmi di reinserimento sociale, al fine di garantire un futuro più sicuro e più giusto per tutti.

La situazione molisana, pur nella sua specificità, è specchio di una necessità nazionale urgente: affrontare con coraggio e determinazione l’emergenza carceraria, per restituire dignità e speranza a chi è stato privato della libertà.

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