Un episodio di grave allarme e sconsiderato comportamento ha scosso la quiete del lungomare nord di Termoli, culminando nell’arresto di un uomo e sollevando interrogativi sulla gestione della sicurezza urbana e sulla necessità di misure repressive più incisive.
L’uomo, in una furiosa lite con un conoscente, si è lasciato andare a gesti di violenza che hanno visto il coinvolgimento diretto delle forze dell’ordine.
L’escalation, iniziata con una discussione accesa, si è concretizzata in un atto di aggressione inaudita: un violento pugno inferto al volto di un agente di polizia, provocandogli lesioni che hanno richiesto l’intervento sanitario e hanno segnato la gravità dell’atto.
L’arresto dell’uomo, ora detenuto nel carcere di Larino, è motivato da una pluralità di reati che lo vedono accusato di resistenza a pubblico ufficiale, violenza, minaccia, oltraggio e lesioni aggravate.
L’episodio non è, tuttavia, un evento isolato.
Precede infatti un precedente di comportamento aggressivo, risalente al mese di aprile, quando l’uomo era già stato coinvolto in una rissa in prossimità di un locale sul lungomare, evento che aveva portato all’applicazione di un Daspo urbano.
Il Daspo, o Dispositivo di Accesso e Stazionamento Proibitorio, rappresenta uno strumento di prevenzione amministrativa volto a limitare la presenza di soggetti considerati potenzialmente pericolosi in aree specifiche del territorio comunale.
Nel caso in esame, la misura aveva lo scopo di impedire all’uomo di frequentare il lungomare termolese, area evidentemente associata a comportamenti problematici.
L’efficacia di tale provvedimento, tuttavia, è stata evidentemente compromessa.
Al termine dell’udienza di convalida dell’arresto, presieduta dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Larino, l’uomo è stato sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione giornaliera alle autorità di polizia, un vincolo che mira a monitorare costantemente i suoi spostamenti e a prevenire ulteriori episodi di violenza.
Il Questore di Campobasso, nel valutare le circostanze della vicenda, sta ora considerando l’estensione del Daspo all’intera provincia, un atto che riflette la volontà di adottare una strategia più ampia e proattiva nella lotta alla criminalità e nel ripristino della sicurezza percepita dalla cittadinanza.
Tale decisione, se approvata, significherebbe una restrizione più ampia della libertà di movimento per l’uomo, ma anche un segnale forte di tolleranza zero nei confronti di comportamenti antisociali che minano la tranquillità pubblica.
L’episodio solleva, in definitiva, interrogativi cruciali sull’efficacia delle misure di prevenzione esistenti e sulla necessità di un approccio integrato che coinvolga forze dell’ordine, servizi sociali e comunità locale per affrontare le radici del fenomeno della violenza e promuovere una cultura del rispetto delle regole e della convivenza pacifica.