Un’eco di “Palestina libera” ha squarciato la grigia giornata termolese, dando vita a un sit-in in Piazza Monumento, un atto di solidarietà concreta verso la missione umanitaria della Global Sumud Flotilla.
Nonostante le intemperie che flagellavano il litorale molisano, una variegata compagine di attivisti, rappresentanti di associazioni, esponenti della Rete della Sinistra, del PRC e cittadini comuni si sono raccolti, animati da un profondo senso di giustizia e muniti di striscioni, fischietti, megafoni e bandiere palestinesi.
La manifestazione non era un mero atto di protesta, ma un’affermazione di principio: il diritto internazionale, quel baluardo fragile contro l’arbitrio del potere, deve valere per tutti, e soprattutto per chi, come il popolo palestinese, ne è sistematicamente negato.
“Siamo dalla parte giusta della storia,” ha dichiarato Marcella Stumpo, consigliera comunale della Rete della Sinistra, evidenziando la necessità di una presa di posizione netta e inequivocabile.
La reticenza, se non l’ostilità, mostrata dalle istituzioni italiane, incarnata dall’affermazione della Presidente del Consiglio di non voler destinare risorse alla missione umanitaria, ha esacerbato il senso di responsabilità civica dei manifestanti.
Al contrario, la Flotilla, con la sua audacia e il suo coraggio, ha agito come un faro, illuminando le zone d’ombra della politica italiana e riaffermando un’identità nazionale spesso compromessa da silenzi complici.
La Flotilla ha restituito dignità all’Italia, contrastando una profonda crisi morale che affligge le élite al potere.
La sofferenza del popolo palestinese, una tragedia protratta nel tempo, si è intensificata negli ultimi due anni, con un’escalation di violenze e un depauperamento di diritti che sfidano ogni principio di umanità.
La Global Sumud Flotilla ha permesso di risvegliare le coscienze, ricordando che l’indifferenza è il terreno fertile per l’ingiustizia.
Il grido di “Free Palestine” ha accompagnato i manifestanti in un corteo che ha attraversato il centro cittadino, irradiandosi fino al parco comunale e culminando con l’incontro con la manifestazione del digiunoGaza degli operatori sanitari presso l’ospedale San Timoteo.
Un gesto simbolico, la condivisione di un digiuno, per testimoniare la solidarietà con chi, quotidianamente, combatte per la sopravvivenza e la dignità in un contesto di profonda crisi umanitaria.
La manifestazione si è configurata come un monito: quando la scelta si pone tra l’ingiustizia e il diritto, è imperativo schierarsi dalla parte degli ultimi, coloro che sono stati relegati ai margini della storia e del diritto.