Il lutto che ha colpito Guglionesi, con la perdita di Antonio Travaglini, non è un evento isolato, ma un doloroso sintomo di un sistema che abdica alla sua responsabilità.
La morte prematura di un uomo di 48 anni, schiacciato dal suo stesso trattore, è un campanello d’allarme assordante, una denuncia silenziosa che grida la necessità di un cambio di paradigma nell’approccio alla sicurezza nelle aree rurali.
Non è sufficiente esprimere cordoglio; è imperativo agire con urgenza e determinazione, trasformando il dolore in azione concreta.
Federacma, con la voce del suo presidente Andrea Borio, solleva con forza una questione drammaticamente ricorrente: la tragica invecchiamento del parco macchine agricole italiano, un dato strutturale che si traduce in un elevato rischio per l’incolumità degli operatori.
I trattori, spesso obsoleti e privi di sistemi di sicurezza moderni, rappresentano una minaccia costante, un pericolo latente che si manifesta con conseguenze fatali.
Il ribaltamento, la causa predominante di questi incidenti, non è un incidente inevitabile, ma una diretta conseguenza della negligenza e della mancanza di controlli.
La normativa esistente, un decreto interministeriale del 2015 che impone la revisione obbligatoria dei mezzi agricoli, appare una promessa disattesa, un adempimento burocratico relegato sulla carta, paralizzato dall’assenza di un decreto attuativo che ne definisca le modalità operative.
Questa paralisi amministrativa, questa incapacità di tradurre la legge in azione concreta, è complice di un sistema che continua a sacrificare vite umane sull’altare dell’inerzia e della convenienza.
Il costo di questa inazione è misurabile in vite umane, in famiglie distrutte, in comunità segnate dal dolore.
Ogni anno, più di cento persone perdono la vita in incidenti con mezzi agricoli, un dato allarmante che riflette un problema sistemico che richiede un intervento radicale.
Non si tratta di semplici numeri, ma di persone con storie, con sogni, con affetti, strappate brutalmente alla vita.
È necessario costruire una rete di sicurezza completa, che comprenda controlli rigorosi, formazione professionale adeguata per gli operatori, e la creazione di officine specializzate e abilitate alla revisione dei mezzi agricoli.
L’obbligo di revisione non deve essere un mero adempimento formale, ma un processo trasparente e efficace, capace di garantire la sicurezza dei lavoratori agricoli.
Federacma si dichiara pronta a collaborare, a mettere a disposizione la propria expertise e le proprie risorse, ma sottolinea con fermezza che la soluzione definitiva risiede nell’impegno concreto delle istituzioni, nella capacità di superare le resistenze burocratiche e di dare priorità alla tutela della vita umana.
Il tempo delle parole è finito; è tempo di agire, con coraggio e determinazione, per evitare che tragedie come quella di Guglionesi si ripetano, per restituire dignità e sicurezza a chi lavora la terra.
La sicurezza non è un optional, ma un diritto inalienabile.