A distanza di un anno dall’emersione del focolaio, l’Azienda Sanitaria Regionale comunica ufficialmente la risoluzione dell’emergenza di tubercolosi bovina che ha insidiato, a partire da ottobre 2024, il tessuto zootecnico dei comuni di Pizzone e Montenero Val Cocchiara, in provincia di Isernia.
Questa conclusione, seppur positiva, rappresenta la cornice di un complesso iter di interventi mirati a contenere e sradicare un’infezione potenzialmente devastante per il patrimonio faunistico locale.
L’episodio, che ha destato particolare allarme, ha evidenziato la vulnerabilità degli allevamenti locali, in particolare per quanto riguarda la gestione della sanità animale e la prevenzione di malattie trasmissibili.
La tubercolosi bovina, causata dal batterio *Mycobacterium bovis*, non solo rappresenta un pericolo per la salute del bestiame, ma può anche, seppur raramente, costituire un rischio per la salute umana attraverso il consumo di latte e derivati non pastorizzati.
Le azioni intraprese dall’ARS hanno coinvolto un approccio multidisciplinare, che ha compreso diagnosi accurate tramite test di screening su larga scala, abbattimento selettivo di capi positivi, tracciamento dei contatti per identificare potenziali ulteriori casi e un’intensificazione dei controlli sanitari in tutti gli allevamenti della zona.
Parallelamente, è stata avviata una campagna di sensibilizzazione rivolta agli allevatori, volta a promuovere pratiche di igiene e biosicurezza più rigorose, inclusa la corretta gestione dei reflui zootecnici e la pastorizzazione obbligatoria dei prodotti caseari.
La misura precauzionale attualmente in vigore, che prevede la chiusura dei pascoli per le specie animali più suscettibili fino al 31 dicembre 2025, testimonia la prudenza delle autorità sanitarie e l’importanza di monitorare costantemente la situazione per evitare ricadute.
Questa restrizione, seppur temporanea e localizzata, si configura come un elemento chiave per assicurare la stabilità del sistema zootecnico e tutelare la salute pubblica.
La sua durata, estesa fino a fine anno, consente di valutare l’efficacia delle misure adottate e di definire strategie di prevenzione a lungo termine.
L’evento ha stimolato una riflessione più ampia sulla necessità di investimenti in ricerca e sviluppo di nuove tecnologie diagnostiche e vaccini specifici per la tubercolosi bovina, al fine di rafforzare la resilienza del settore zootecnico e proteggere la sicurezza alimentare.






