giovedì 25 Settembre 2025
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Venafro: Emergenza inquinamento, l’associazione diffida le istituzioni.

La persistente emergenza ambientale che avvolge la Piana di Venafro rappresenta una profonda frattura tra evidenze scientifiche inequivocabili e l’inerzia delle istituzioni preposte, un cortocircuito che mette a rischio la salute della comunità.
L’associazione ‘Mamme per la salute e l’ambiente onlus’, voce autorevole e costante nel denunciare questa situazione, ha formalizzato una diffida rivolta alle massime autorità locali e nazionali – sindaco, prefetto, presidente regionale, procuratore della Repubblica, presidente provinciale, Arpa Molise, Asrem e ministro della Salute – esortandole ad intervenire con urgenza e determinazione, ponendo fine a una gestione del rischio sanitario che si protrae da troppo tempo.
La vicenda non è una novità.
Per anni, l’associazione ha condotto un’indagine capillare sull’inquinamento industriale che affligge la piana, un’area densamente popolata e caratterizzata da un tessuto produttivo intenso, spesso a costo di compromessi ambientali.
La drammatica conferma di questa realtà arrivò con gli studi del 2013, che rivelarono la presenza di diossine nel latte materno, un indicatore allarmante dell’assorbimento di contaminanti attraverso la catena alimentare.
Da allora, un complesso e stratificato corpus di dati – studi epidemiologici, monitoraggi ambientali, analisi chimiche – ha continuato a dipingere un quadro preoccupante.
Le recenti rilevazioni della centralina Venafro2, che hanno documentato un numero di superamenti dei limiti di legge per il PM10 ben al di sopra delle soglie consentite (oltre 50 superamenti contro i 35 ammessi), e la presenza di Benzo[a]pirene, una sostanza riconosciuta a livello globale come cancerogena, costituiscono un ulteriore campanello d’allarme.
L’EpiVenafro+7, studio promosso dal CNR Pisa nel 2022, ha rivelato un incremento significativo di patologie e ricoveri ospedalieri, suggerendo una correlazione diretta con l’esposizione a fattori ambientali nocivi.
La comunità locale si trova di fronte a una violazione del proprio diritto fondamentale alla salute, sancito dall’articolo 32 della Costituzione Italiana, e ad una trasgressione del principio di precauzione, che impone l’adozione di misure preventive in assenza di certezze scientifiche assolute.
L’inerzia delle istituzioni non solo accresce il rischio per la salute pubblica, ma erode la fiducia dei cittadini nelle garanzie di protezione e di tutela.

La situazione non è più rimandabile; richiede un cambio di paradigma nella gestione del territorio, un approccio proattivo che metta al centro la salute dei cittadini e la sostenibilità ambientale.
È imperativo che le autorità competenti assumano la responsabilità di garantire un ambiente salubre e di proteggere il diritto alla salute, non solo attraverso misure repressive, ma soprattutto attraverso politiche di prevenzione e di mitigazione del rischio ambientale.

Il futuro della Piana di Venafro e il benessere dei suoi abitanti dipendono da scelte coraggiose e tempestive.

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