venerdì 1 Agosto 2025
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Vendemmia 2025: Molise tra promesse, sfide e cambiamenti climatici.

La vendemmia 2025 nel Molise si preannuncia un capitolo significativo per la viticoltura regionale, con particolare risalto per le varietà Trebbiano e Montepulciano.
Le proiezioni di Coldiretti, in concomitanza con l’inizio delle operazioni di raccolta, che vedono la provincia di Trapani pioniera con il Pinot Nero destinato alla spumantistica, delineano uno scenario di promesse per il panorama enologico italiano.
Nonostante le sfide imposte dagli eventi climatici, la produzione vinicola nazionale si configura come robusta, stimata intorno ai 45 milioni di ettolitri.
Questa stima, che colloca la qualità tra il buono e l’ottimo, riflette un avvio anticipato rispetto alle medie pluriennali.

L’accelerazione della maturazione delle uve è un effetto diretto delle temperature elevate, un indicatore di come il cambiamento climatico stia ridefinendo i ritmi stagionali dell’agricoltura.
La complessità del 2025 risiede nell’interazione di fattori contrastanti.

La siccità, cronica in alcune aree, e i fenomeni meteorologici estremi hanno inevitabilmente influenzato le rese, pur non compromettendo la qualità intrinseca del prodotto.

Anche la pressione di patologie fungine come peronospora e oidio, sebbene presenti, si è rivelata meno intensa rispetto alle aspettative iniziali, un risultato che testimonia l’impegno e l’adattabilità dei viticoltori.

Tuttavia, queste variabili si traducono in costi di produzione crescenti.
L’irrigazione, elemento cruciale in un contesto di scarsità idrica, incide significativamente sul bilancio delle aziende.

Parallelamente, l’adozione di strategie di protezione delle uve, mirate a contrastare le malattie e a mitigare gli effetti degli eventi atmosferici avversi, richiede investimenti aggiuntivi.

L’inizio della vendemmia si sovrappone a un contesto di incertezza per il settore.
I dazi imposti dagli Stati Uniti rappresentano un ostacolo significativo per l’esportazione, colpendo uno dei mercati di riferimento più importanti per le cantine italiane.

A questa problematica si aggiunge una tendenza, a tratti ingiustificata, a denigrare il vino, un prodotto cardine della Dieta Mediterranea e portatore di innumerevoli benefici per la salute, supportati da una solida base scientifica.

È necessario un cambio di paradigma, che riconosca il valore intrinseco del vino non solo come bevanda, ma anche come espressione culturale, agricola e salutare, promuovendo un consumo consapevole e informato.
La resilienza del settore vitivinicolo italiano, e in particolare molisano, dovrà attingere a queste fondamenta per affrontare le sfide del futuro e preservare l’eccellenza di un patrimonio millenario.

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