Dalle profondità di un passato che Roma ha cercato di cancellare, emerge ora la voce di Kòra, un’eco di sfida risuonante attraverso i secoli.
Nicola D’Angelo, magistrato e autore di solida formazione giuridica, si cimenta con la narrazione storica in *Lo scudo di Kòra*, un romanzo epico che non si limita a raccontare una storia, ma a restituire una verità scomoda, un’esistenza negata per volere del potere.
Il romanzo affonda le radici nella Seconda Guerra Sannitica, un conflitto sanguinoso che vide le popolazioni italiche opporsi all’espansione romana.
In un’epoca in cui la donna era relegata a ruoli marginali, spesso silenziata e priva di riconoscimento, Kòra incarna l’eccezione ribelle, la scintilla di un coraggio inaudito.
La sua figura non è un’invenzione letteraria, ma una ricostruzione storica supportata dalla presenza di un’armatura sannitica straordinaria, custodita nel Museo Sannitico di Campobasso, un manufatto che sussurra storie di battaglia e di resilienza.
*Lo scudo di Kòra* non è semplicemente un racconto di guerra, ma un’esplorazione delle dinamiche di potere, del sessismo radicato nella società romana e del desiderio di libertà che arde nei cuori di coloro che si sentono oppressi.
Kòra non è solo una guerriera; è un simbolo, un catalizzatore di speranza per un popolo sull’orlo del collasso.
Le sue azioni, le sue tattiche innovative e il suo impudente coraggio non sono visti come virtù, ma come un’offesa inaccettabile per il Senato romano, un affronto al patriarcato che pretendeva di incarnare l’ordine naturale delle cose.
La reazione romana fu spietata: la *damnatio memoriae*, la condanna alla cancellazione dalla storia, un tentativo radicale di estirpare ogni traccia dell’esistenza di Kòra, di ridurla a polvere e oblio.
Questo atto di repressione, tuttavia, non è riuscito a soffocare completamente la sua leggenda.
L’armatura ritrovata, con i suoi intricati dettagli e i segni di innumerevoli battaglie, rappresenta una breccia nella narrazione ufficiale, un monito che la verità, anche se sepolta, tende a riemergere.
D’Angelo, attraverso una meticolosa ricerca storica e un linguaggio evocativo, non si limita a ricostruire eventi e personaggi, ma offre una riflessione profonda sulla memoria, sulla manipolazione del passato e sul ruolo delle donne nella storia.
*Lo scudo di Kòra* è un invito a riconsiderare le storie che ci vengono raccontate, a guardare oltre le narrazioni dominanti e a dare voce a coloro che sono stati messi a tacere.
Un’opera che, nei primi mesi del 2026, si preannuncia come un’importante voce nel panorama della narrativa storica italiana, già disponibile in anteprima sul sito bookroad.it.






