L’Aquila si configura oggi come epicentro di un’ondata di mobilitazione regionale, un segnale tangibile del malcontento abruzzese che si allinea allo sciopero generale indetto a livello nazionale dalla CGIL.
La manifestazione, punto di convergenza nella cornice verde della Villa Comunale, si svilupperà attraverso un corteo che culminerà in un confronto formale dinanzi alla Prefettura, con l’intervento cruciale di Fabrizio Russo, segretario generale della Filcams CGIL, che offrirà una prospettiva sindacale dettagliata sulle rivendicazioni.
Il fulcro della protesta si concentra su un ventaglio di problematiche interconnesse, che vanno ben oltre la mera gestione finanziaria dello Stato.
Si tratta di un’analisi critica della Legge di Bilancio, percepita come un motore di iniquità, che incide profondamente sulla capacità di acquisto delle famiglie e soffoca gli investimenti vitali nei servizi pubblici essenziali.
La CGIL denuncia apertamente una manovra che ignora le esigenze di ampi strati della popolazione, trascurando pensionati, lavoratori precari e professionisti autonomi, alimentando così un rischio concreto di amplificazione delle disuguaglianze sociali, un baratro in cui si rischia di precipitare un intero tessuto economico e umano.
Nel corso della mattinata, l’intervento di Carmine Ranieri, segretario generale della CGIL Abruzzo Molise, ha fornito una fotografia impietosa della realtà regionale.
La constatazione che, in Abruzzo, una quota significativa di lavoratori percepisce un salario mensile inferiore alla soglia dei mille euro, rivela una situazione di profonda vulnerabilità economica che urla vendetta.
Ranieri ha puntato il dito contro un sistema fiscale distorto, che penalizza il lavoro a favore delle rendite finanziarie, un paradosso che vede chi guadagna dai dividendi azionari pagare meno tasse di chi contribuisce quotidianamente con il proprio impegno lavorativo.
La critica si è estesa alla politica governativa, accusata di privilegiare misure come le rottamazioni delle cartelle esattoriali e l’innalzamento del limite del contante, scelte che appaiono come ulteriori tasselli di una strategia volta ad acuire le disuguaglianze sociali.
In netto contrasto con questa visione, la CGIL propone un modello di crescita improntato alla redistribuzione delle risorse, a favore di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati, una prospettiva realizzabile, ma osteggiata dalle scelte politiche attuali.
La mobilitazione non è quindi solo una protesta contro una legge, ma un appello a un cambio di paradigma economico e sociale, un grido per una giustizia distributiva che riconosca il valore intrinseco del lavoro e il diritto di ogni cittadino a una vita dignitosa.
Il corteo dell’Aquila rappresenta un tassello di un mosaico più ampio, la voce di un Abruzzo e di un Paese che aspirano a un futuro più equo e prospero.






