La congiuntura economica molisana, come emerge dai recenti dati statistici, presenta un quadro complesso e variegato per quanto riguarda il commercio internazionale.
L’analisi elaborata dalla Cgia di Mestre, basata sui dati Istat, rivela una fase di rallentamento generalizzato, sebbene con dinamiche differenti tra le due province regionali.
A Campobasso, il volume complessivo delle esportazioni nei primi nove mesi del 2025 si attesta a 791,7 milioni di euro, registrando una contrazione del 3,9% rispetto allo stesso periodo del 2024 (824,2 milioni).
Questa flessione, pur significativa, si inserisce in un contesto globale caratterizzato da incertezze geopolitiche, inflazione persistente e riposizionamenti delle catene di approvvigionamento.
Un calo dell’export, in particolare, può riflettere una diminuzione della domanda interna e internazionale, un aumento dei costi di produzione o una perdita di competitività rispetto ad altri mercati.
La situazione di Isernia appare ancora più critica, con un crollo dell’export del 27,3%.
Il valore complessivo si riduce a 113,4 milioni di euro, rispetto ai 156,1 milioni del 2024.
Questa contrazione accentuata potrebbe indicare una maggiore dipendenza da specifici mercati o settori particolarmente colpiti dalle attuali dinamiche economiche, richiedendo un’analisi approfondita delle cause sottostanti.
Nonostante la tendenza negativa prevalente, emergono spiragli di ottimismo legati ai mercati statunitensi.
La provincia di Campobasso ha infatti registrato una crescita significativa dell’export verso gli Stati Uniti, con un aumento di 37,6 milioni di euro, portando il valore totale a 91,5 milioni (+69,7%).
Questo risultato suggerisce che una strategia mirata, basata su prodotti specifici o un approccio di marketing efficace, può consentire di superare le difficoltà e cogliere opportunità di crescita anche in contesti complessi.
Al contrario, Isernia mostra un calo drastico dell’export verso gli Stati Uniti (-67,6%), passando da 82,7 milioni di euro a soli 26,8 milioni, evidenziando una potenziale vulnerabilità in quel mercato chiave.
L’analisi di questi dati richiede un’interpretazione cauta.
La variazione percentuale non deve essere considerata isolata, ma inserita in un quadro più ampio che tenga conto dei fattori macroeconomici globali, delle politiche commerciali adottate e delle specifiche caratteristiche dei settori produttivi molisani.
È cruciale, inoltre, un’indagine approfondita sulle cause della divergenza tra le due province, al fine di definire politiche di sostegno mirate, capaci di stimolare la competitività e diversificare i mercati di riferimento, riducendo la dipendenza da specifici canali commerciali e mitigando i rischi legati alle fluttuazioni economiche internazionali.
La capacità di adattamento e l’innovazione rimangono, in definitiva, le chiavi per affrontare le sfide e capitalizzare le opportunità che si presentano nel complesso scenario del commercio globale.






