Il Molise, nel terzo trimestre del 2025, si presenta come un’economia regionale caratterizzata da una resilienza latente, ma segnata da evidenti squilibri e tensioni strutturali.
L’analisi del ‘Centro studi Tagliacarne’, veicolata attraverso l’osservatorio DataView della Camera di Commercio, restituisce un quadro complesso, dove segnali di tenuta convivano con campanelli d’allarme che richiedono un’analisi più approfondita.
La stabilità del tessuto imprenditoriale, con un numero di imprese attive sostanzialmente invariato e in netta controtendenza rispetto alla diminuzione registrata a livello nazionale (-0,6%), suggerisce una capacità di adattamento e una certa inerzia positiva.
Tuttavia, questo dato va contestualizzato alla luce del crollo verticale delle start-up innovative, che registrano una contrazione del -42,3%, un dato allarmante che riflette una difficoltà strutturale nel generare nuove opportunità di crescita e innovazione, un problema accentuato rispetto alla media nazionale (-5,2%).
Questo divario potrebbe indicare difficoltà nell’accesso a finanziamenti, carenza di competenze specialistiche o un ambiente normativo poco favorevole all’imprenditoria ad alta tecnologia.
La crescita del Terzo Settore (+7,2%), sebbene incoraggiante, denota un crescente ruolo dell’economia sociale e della mutualità come risposta a bisogni emergenti e a una rete di protezione sociale in evoluzione.
Questo fenomeno, lungi dall’essere un semplice dato quantitativo, esprime una nuova consapevolezza del ruolo della comunità e del volontariato nella gestione del benessere collettivo.
L’aumento dell’occupazione (+1,5%) appare promettente, sebbene contrastante con il rallentamento delle entrate programmate dalle imprese extra-agricole (-6,3%), un dato significativamente peggiore rispetto alla media nazionale (-2,5%).
Questa dissonanza potrebbe riflettere una maggiore cautela da parte delle aziende, con un approccio più selettivo nelle assunzioni, forse legato all’incertezza del contesto economico globale e alle difficoltà incontrate nell’export.
L’incremento delle ore di Cassa Integrazione Guadagni (+254,6%), esponenzialmente superiore al dato nazionale (+21,8%), è un segnale di profonda preoccupazione.
Indica la persistenza di crisi settoriali, forse legate a fattori esterni come l’aumento dei costi energetici o la diminuzione della domanda di determinati prodotti, e sottolinea la necessità di interventi mirati a sostenere i settori più vulnerabili.
Il crollo delle esportazioni molisane (-9,8%) rappresenta un altro elemento critico.
Questa contrazione, in netto contrasto con la crescita registrata a livello nazionale (+2,1%), evidenzia una perdita di competitività sul mercato internazionale, forse dovuta a fattori come la svalutazione di altre valute o a una minore capacità di adattamento alle nuove dinamiche commerciali.
La ripresa del mercato immobiliare (+9%), in linea con la media nazionale (+9,5%), offre un barlume di ottimismo, suggerendo un rinnovato interesse per l’acquisto di abitazioni, forse trainato da politiche di incentivazione o da una ricerca di maggiore sicurezza patrimoniale.
La crescita del risparmio e della liquidità (+2,6%), superiore alla media italiana (+0,4%), riflette una maggiore propensione all’accumulo di risparmi da parte dei cittadini, forse in risposta all’incertezza economica.
La stabilità dell’erogazione di prestiti, in linea con il dato nazionale, testimonia una maggiore prudenza da parte delle banche nell’erogazione del credito alle imprese.
In definitiva, l’economia molisana nel terzo trimestre del 2025 si presenta come un mosaico di luci e ombre, dove la resilienza convive con fragilità strutturali.
Un’attenta analisi dei dati, accompagnata da politiche mirate a stimolare l’innovazione, a sostenere le imprese più in difficoltà e a rafforzare la competitività internazionale, si rivela essenziale per garantire un futuro di crescita sostenibile e inclusiva per il territorio.







