La quarta Conferenza Annuale dell’Alleanza delle Regioni Automobilistiche, tenutasi a Monaco di Baviera, ha visto l’assessore regionale alle Attività produttive del Molise, Andrea Di Lucente, sollevare un campanello d’allarme di portata europea.
L’intervento, focalizzato sulla drammatica situazione dello stabilimento Stellantis di Termoli, ha andato ben oltre una semplice denuncia locale, configurandosi come una vibrante richiesta di riorientamento strategico per l’intero settore automobilistico e per le politiche di transizione energetica.
Di Lucente ha presentato un quadro impietoso: oltre 1.700 posti di lavoro appesi a un filo, una Gigafactory silente, testimonianza di ambizioni tecnologiche disattese e un’intera area industriale minacciata da un declino irreversibile, con il rischio concreto di una desertificazione industriale che ne comprometterebbe la vitalità economica e sociale.
La sua presenza a Monaco non è stata una mera formalità burocratica, ma un atto di rappresentanza che mirava a dare voce a una realtà produttiva sull’orlo del collasso, proiettando le sue istanze in un contesto decisamente più ampio.
L’assessore ha esplicitamente richiesto l’attivazione di meccanismi di intervento straordinari, strumenti politici innovativi e un cambio di paradigma immediato, riconoscendo che le dinamiche globali richiedono risposte coordinate e tempestive.
L’enfasi è stata posta sulla necessità di un approccio differenziato, che tenga conto delle specificità e delle fragilità dei territori meno avvantaggiati, evitando che la transizione verso un modello di produzione più sostenibile si traduca in un aggravio delle disuguaglianze regionali.
La retorica utilizzata è stata quella della responsabilità condivisa.
Di Lucente ha sottolineato che il destino di Termoli, e più ampiamente del Molise, non è un problema isolato, bensì un segnale di pericolo per l’intera Unione Europea.
Un fallimento locale potrebbe infatti aprire un precedente insidioso, legittimando l’abbandono di aree industriali cruciali e alimentando tensioni sociali e politiche.
L’appello all’Alleanza delle Regioni Automobilistiche è stato un invito all’azione concreta, un monito a superare la mera formalità e ad assumere un ruolo attivo nella definizione di politiche industriali che favoriscano lo sviluppo equilibrato del territorio.
L’attesa, ha dichiarato con fermezza, è giunta al termine.
Solo un impegno collettivo e una visione strategica condivisa possono garantire un futuro sostenibile per l’industria automobilistica europea e per le comunità che ne dipendono.
L’urgenza è palpabile, la posta in gioco è troppo alta per rimanere inerti.