Il Molise, a inizio 2025, si trova a fronteggiare un quadro economico in transizione, caratterizzato da un arresto della crescita che contrasta con le dinamiche positive registrate negli anni precedenti.
L’indicatore Iter della Banca d’Italia segnala una sostanziale stagnazione dell’attività nel primo semestre, un rallentamento che, sebbene non drammatico, solleva interrogativi sulle prospettive a breve termine.
L’analisi più approfondita rivela una dicotomia tra settori: la tenuta dei consumi privati, seppur moderata, non è stata sufficiente a compensare le fragilità che affliggono il comparto produttivo.
La diminuzione delle esportazioni, dopo un biennio di crescita costante, rappresenta un segnale di allarme, suggerendo un possibile deterioramento della competitività regionale nel contesto internazionale.
Tale contrazione commerciale potrebbe essere sintomatica di dinamiche globali più ampie, come tensioni geopolitiche o cambiamenti nelle catene di fornitura.
Il settore industriale, storicamente un pilastro dell’economia molisana, è il principale motore di questa frenata.
Il declino del comparto automobilistico, in particolare, ha esercitato una pressione significativa, amplificando gli effetti negativi di un contesto economico incerto.
Parallelamente, il settore delle costruzioni, dopo un 2024 caratterizzato da un picco di attività legato all’avvio di interventi finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), mostra segnali di rallentamento, sebbene l’edilizia pubblica continui a beneficiare degli investimenti previsti dal programma.
Il terziario, invece, offre un quadro più contrastante.
Nonostante la crescita moderata riscontrata in settori chiave come i servizi commerciali, turistici e immobiliari, non si è rivelato sufficiente a trainare l’intera economia regionale verso una ripresa robusta.
È cruciale analizzare in dettaglio i fattori che determinano la resilienza di questi settori, al fine di identificare strategie per rafforzarli ulteriormente.
Nonostante le difficoltà congiunturali, il rapporto della Banca d’Italia sottolinea che le condizioni economiche e finanziarie delle imprese molisane rimangono generalmente favorevoli, con una buona redditività e un’adeguata liquidità disponibile.
Questo suggerisce che il tessuto imprenditoriale possiede una certa capacità di assorbire gli shock esterni e di adattarsi alle nuove condizioni di mercato.
Sul fronte occupazionale, si registra una lieve crescita, mascherata però da un preoccupante aumento delle richieste di accesso alla Cassa Integrazione Guadagni.
Questo fenomeno indica una crescente incertezza nel mercato del lavoro e una potenziale fragilità delle nuove assunzioni, in particolare nel settore privato, dove la riduzione dei contratti a termine contribuisce a limitare la creazione di posti di lavoro stabili.
Infine, l’indebolimento del potere d’acquisto delle famiglie, sebbene mitigato da un tasso di inflazione moderato, rappresenta un ulteriore elemento di preoccupazione.
La capacità delle famiglie di sostenere la domanda interna è un fattore cruciale per la tenuta dell’economia regionale, e qualsiasi erosione del reddito disponibile può avere conseguenze negative sulla crescita e sull’occupazione.
È imperativo monitorare attentamente l’evoluzione di questo trend e adottare misure per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie molisane.
L’analisi futura dovrà indagare a fondo le correlazioni tra questi indicatori e gli impatti, potenzialmente differenziati, sulle diverse aree geografiche e settori economici all’interno del Molise.







