Molise: Rapporto Svimez, l’economia in transizione e i rischi.

Il 2024 si rivela un anno di transizione complessa per l’economia molisana, segnata da un arretramento dello 0,9% del Prodotto Interno Lordo, come documentato nel Rapporto Svimez 2025.

Questo dato, che si inserisce in un contesto più ampio di disomogeneità strutturale che caratterizza il Mezzogiorno, evidenzia una fragilità intrinseca che necessita di analisi approfondite e interventi mirati.

La contrazione, particolarmente severa nel settore delle costruzioni (-12,7%, il valore più negativo a livello nazionale), riflette non solo una riduzione degli investimenti pubblici e privati, ma anche una potenziale perdita di competitività e di capacità di innovazione nel settore, con ripercussioni sull’indotto e sull’occupazione.
Parallelamente alla crisi delle costruzioni, il rallentamento dell’industria, con una diminuzione che si attesta quasi al 3%, indica una difficoltà di adattamento alle nuove dinamiche globali, forse accentuata dalla persistenza di problematiche strutturali come la carenza di infrastrutture adeguate, la scarsa dimensione media delle imprese e la limitata propensione all’export.

Anche il settore dei servizi, tradizionalmente considerato un motore di crescita, mostra segni di stagnazione, segnalando una potenziale perdita di attrattività per residenti e turisti, o una difficoltà nell’adeguamento all’evoluzione delle esigenze del mercato.
Considerando la crescita cumulata del PIL tra il 2021 e il 2024, emerge un quadro variegato all’interno del Mezzogiorno.
Sicilia (+11,8%), Campania (+9,1%) e Abruzzo (+8,8%) si distinguono per performance superiori alla media dell’area, segno di una maggiore resilienza, di politiche di sviluppo più efficaci o di una vocazione economica più marcata.
La Sardegna (+8,4%) si posiziona in prossimità del valore medio, mentre la Puglia, con un incremento inferiore di quasi un punto e mezzo rispetto alla media (+7,1%), pur superando la media nazionale, indica una potenziale necessità di accelerazione delle politiche di sviluppo.
Il Molise, con una crescita del 3,6%, e la Basilicata (+2,3%) si collocano in coda alla classifica, evidenziando una maggiore vulnerabilità alle crisi economiche e una minore capacità di sfruttare le opportunità di crescita.

Questi risultati riflettono probabilmente una combinazione di fattori, tra cui la piccola dimensione economica, la limitata diversificazione produttiva, la carenza di capitale umano qualificato e la difficoltà di accesso al credito.
L’analisi del Rapporto Svimez 2025 sottolinea la necessità di politiche economiche mirate a rafforzare la competitività del Mezzogiorno, promuovendo l’innovazione, sostenendo le piccole e medie imprese, migliorando l’efficienza della pubblica amministrazione e investendo in capitale umano.
Nel caso specifico del Molise, sarebbe cruciale sviluppare strategie per diversificare l’economia, attrarre investimenti esteri, valorizzare le risorse naturali e culturali e creare opportunità di lavoro giovanile.

La sfida è quella di trasformare la fragilità attuale in un’opportunità per costruire un futuro più prospero e inclusivo per l’intera regione.

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