L’Italia si confronta con una grave emergenza silenziosa: la povertà energetica, condizione che affligge oltre cinque milioni di famiglie, una quota significativa che concentra la sua incidenza nel Mezzogiorno.
Un’analisi approfondita, elaborata dalla Cgia di Mestre sulla base dei dati 2023 dell’Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica (OIPE) e dell’ISTAT, restituisce un quadro preoccupante, illuminando disparità territoriali marcate e sottolineando la necessità di interventi mirati.
La povertà energetica non si configura semplicemente come l’impossibilità di pagare le bollette.
Rappresenta una condizione multidimensionale che impatta profondamente la qualità della vita, la salute, l’istruzione e le opportunità di sviluppo.
Si manifesta con difficoltà a mantenere un adeguato comfort abitativo, con la rinuncia al riscaldamento o al raffrescamento durante le stagioni estreme, con la compromissione della sicurezza alimentare e con l’impossibilità di accedere a beni e servizi essenziali.
Il Molise emerge come una delle regioni più vulnerabili a questo fenomeno.
Il 17,6% delle famiglie molisane, equivalenti a 23.
362 nuclei familiari e 50.
560 individui, si trova in una situazione di disagio energetico, un dato che supera di quasi il doppio la media nazionale (9%).
Questo dato riflette una combinazione di fattori strutturali, tra cui redditi medi più bassi, una maggiore incidenza di contratti di lavoro precari e una minore efficienza energetica degli edifici.
La graduatoria nazionale vede la Calabria in cima (19,1%), seguita dalla Basilicata (17,8%), confermando la concentrazione della povertà energetica nelle regioni del Sud Italia.
Al contrario, il Lazio (5,8%), il Friuli Venezia Giulia (5,6%) e le regioni centrali come l’Umbria e le Marche (4,9%) mostrano una minore incidenza di questo disagio, probabilmente grazie a redditi più elevati, una maggiore efficienza energetica e una migliore dotazione di infrastrutture.
L’analisi della Cgia sottolinea che la povertà energetica non è solo un problema economico, ma anche sociale ed etico.
Richiede un approccio integrato che coinvolga istituzioni, imprese e comunità locali, con interventi mirati a migliorare l’efficienza energetica degli edifici, a promuovere l’accesso a fonti di energia rinnovabile, a sostenere le famiglie in difficoltà economiche e a sensibilizzare la popolazione sull’importanza del risparmio energetico.
È cruciale, inoltre, una revisione delle politiche abitative, incentivando la riqualificazione energetica degli immobili e promuovendo l’edilizia sociale con standard di efficienza elevati.
La transizione energetica deve, pertanto, essere inclusiva e non lasciare indietro nessuno, garantendo che i benefici della sostenibilità siano accessibili a tutti i cittadini, indipendentemente dal loro reddito o dalla loro posizione geografica.
Ignorare questo problema significa perpetuare disuguaglianze sociali e compromettere il futuro del Paese.