mercoledì 10 Settembre 2025
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Termoli, fabbrica a rischio: serve una svolta industriale urgente.

L’assenza di una strategia chiara e condivisa a livello istituzionale sul futuro industriale di Termoli e, in particolare, sulla sua integrazione nel panorama della transizione energetica e motoristica, si fa sempre più sentire.

La recente firma del contratto di solidarietà tra Stellantis Termoli e le organizzazioni sindacali, pur rappresentando un palliativo necessario per la continuità salariale dei lavoratori, non può mascherare la profonda incertezza che grava sull’impianto.
Come sottolinea il segretario regionale della Fim-Cisl, Marco Laviano, si tratta di un intervento tampone, non di una soluzione strutturale.
L’attuale focus sulla produzione del motore Gme, pur importante, si rivela inadeguato a garantire una stabilità occupazionale duratura.

La dipendenza da un singolo prodotto, in un contesto di mercato in rapida evoluzione e caratterizzato da fluttuazioni imprevedibili, espone lo stabilimento a rischi considerevoli.
La previsione di flessioni significative nei prossimi anni, fino al 2026, richiede una risposta proattiva e lungimirante da parte di tutti gli attori coinvolti.
La richiesta delle organizzazioni sindacali non si limita alla mera salvaguardia dell’occupazione, ma si proietta verso un futuro industriale più solido e diversificato.

L’auspicio è che Termoli possa essere integrata nel processo di ibridizzazione, un’opportunità strategica per conferire all’impianto una nuova vitalità e una prospettiva di crescita sostenibile.

Questo implicherebbe non solo l’adozione di nuove tecnologie e processi produttivi, ma anche la riqualificazione delle competenze dei lavoratori, un investimento cruciale per affrontare le sfide del futuro.
L’urgenza della situazione richiede un intervento coordinato a diversi livelli.

È necessario un dialogo costruttivo tra le istituzioni locali, nazionali e Stellantis, con il supporto attivo delle segreterie nazionali dei sindacati.
L’attenzione deve essere rivolta non solo alle esigenze immediate dello stabilimento, ma anche alla sua collocazione strategica all’interno della filiera automotive globale e al suo contributo potenziale alla transizione energetica.

In particolare, l’accelerazione della discussione e la definizione di priorità per l’implementazione della Gigafactory, un progetto di rilevanza strategica per l’intera nazione, è cruciale.

La mancanza di risposte concrete rischia di compromettere la competitività dello stabilimento e di minare la fiducia dei lavoratori.

La voce delle istituzioni, fino ad ora assente, deve farsi sentire con forza, traducendosi in azioni concrete volte a garantire un futuro prospero per Termoli e per i suoi lavoratori.

La sfida è complessa, ma le opportunità che si aprono con la transizione energetica e motoristica richiedono coraggio, visione e un impegno condiviso.

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