La comunità industriale di Termoli si trova di fronte a un bivio cruciale, un momento di potenziale transizione che impone una risposta unitaria e determinata.
L’annuncio, proveniente dal vertice di Stellantis, ha generato un’onda di preoccupazione che rischia di sommergere un tessuto produttivo complesso e radicato.
L’Uilm Molise, rappresentata dal segretario Francesco Guida, ha espresso con chiarezza la volontà di agire, di mobilitare le forze e di coordinare un fronte comune con le altre sigle sindacali.
L’obiettivo primario è evitare che la chiusura di uno stabilimento di tale rilevanza avvenga in un contesto di passività, senza una voce che si levino per difendere il diritto al lavoro e il futuro del territorio.
La posizione del sindacato è netta: un evento del genere sarebbe inaccettabile, sia per i rappresentanti dei lavoratori che per l’intera comunità.
Un elemento chiave nella comprensione della situazione è l’incertezza che grava sul futuro delle motorizzazioni, in particolare in relazione alle direttive europee.
L’amministratore delegato di Stellantis, durante un incontro a Torino, ha evidenziato la necessità di una chiara definizione del quadro normativo a livello europeo.
Questa incertezza normativa rappresenta un freno significativo per le decisioni relative alla produzione a Termoli, rendendo essenziale una presa di posizione univoca da parte dell’Unione Europea.
Allo stato attuale, il sindacato considera prioritaria la conquista di commesse relative alla produzione di motori e cambi destinati ad autoveicoli ibridi.
Questa scelta strategica si basa sulla constatazione che, nel contesto attuale del mercato, le ibride rappresentano le soluzioni più affidabili e commercialmente sostenibili per il futuro dell’industria automobilistica.
La confusione che attanaglia il settore, con soluzioni alternative ancora in fase di definizione, rende questo approccio particolarmente prudente e focalizzato su un mercato consolidato.
La battaglia che si apre non è solo una questione di sopravvivenza per lo stabilimento di Termoli, ma anche un monito per l’intera filiera industriale italiana: la necessità di un dialogo costruttivo e proattivo con le istituzioni europee, per garantire un futuro sostenibile e competitivo per la produzione nazionale.
Il silenzio, in questo frangente, non è un’opzione; è un atto di resa.
La mobilitazione, il confronto e la ricerca di soluzioni condivise rappresentano l’unica via per tutelare il diritto al lavoro e preservare il patrimonio industriale del territorio.








