La recente decisione dei Commissari ad Acta per la sanità, Marco Bonamico e Ulisse Di Giacomo, in merito alla riorganizzazione della “Rete Ictus” in Molise, solleva interrogativi profondi e apre una ferita nel tessuto della sanità pubblica regionale. La riorganizzazione, per come è stata implementata, rischia di segnare un punto di non ritorno, erodendo progressivamente le fondamenta di un sistema che dovrebbe garantire l’accesso equo e tempestivo alle cure per tutti i cittadini.L’accusa di smantellamento del reparto di Neurologia del Cardarelli di Campobasso, avanzata dal consigliere Massimo Romano, non è solo una critica politica, ma una constatazione di un processo di progressiva dismissione di risorse e competenze cruciali. Il reparto, riconosciuto come eccellenza a livello regionale per il trattamento dell’ictus ischemico, rappresenta un patrimonio di professionalità e tecnologia che, se disperso, compromette la capacità della sanità pubblica di rispondere adeguatamente alle emergenze.L’aspetto più preoccupante è la deriva privatizzatoria che sembra caratterizzare questa riorganizzazione. La decisione di indirizzare i pazienti verso strutture private, come il Neuromed, inevitabilmente crea disuguaglianze nell’accesso alle cure, penalizzando le fasce di popolazione meno abbienti e quelle residenti in aree geografiche meno servite. Il Neuromed, pur essendo un centro di ricerca di elevato livello, non dispone di un Pronto Soccorso, una componente essenziale per la gestione delle emergenze neurologiche acute, rendendo la sua integrazione nella rete di cura un’operazione problematica e potenzialmente pericolosa per i pazienti.Questa scelta contrasta apertamente con le linee guida della programmazione sanitaria regionale e vanifica gli sforzi compiuti dall’ASReM per il potenziamento del Cardarelli, culminati con i recenti concorsi per radiologi interventisti, un investimento ora apparentemente sminuito dalla cancellazione de facto del reparto. La decisione, inoltre, ignora il principio fondamentale della tempestività nella gestione dell’ictus, una patologia neurovascolare che richiede interventi rapidi per minimizzare i danni cerebrali e migliorare le possibilità di recupero.La critica di un disegno di privatizzazione della sanità regionale è un campanello d’allarme che invita a una riflessione urgente sulle modalità con cui vengono gestite le risorse pubbliche e sulla direzione che si intende dare al futuro del sistema sanitario molisano. La salute non è una merce, ma un diritto inalienabile che deve essere garantito a tutti i cittadini, indipendentemente dal loro reddito o dalla loro residenza. La tutela di questo diritto passa per il rafforzamento della sanità pubblica, non per la sua progressiva erosione a favore di interessi privati. L’impegno a opporsi a questa deriva è un dovere civico, una difesa della dignità umana e un atto di responsabilità nei confronti delle generazioni future.
Rete Ictus Molise: Rischio Privatizzazione e Futuro a Rischio
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