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Saluto fascista: polemica infiamma il Consiglio regionale del Molise

Un’acuta polemica infiamma il Consiglio regionale del Molise, investendo la figura del presidente Francesco Roberti, accusato di aver compiuto un gesto interpretabile come saluto fascista durante un evento di Fratelli d’Italia il 10 luglio a Campobasso.
L’allarme è stato lanciato dalla consigliera regionale del Partito Democratico, Micaela Fanelli, che ha immediatamente annunciato un’interrogazione urgente per fare luce sull’episodio.

La consigliera Fanelli, supportata dai colleghi del PD, ha espresso profonda preoccupazione per un gesto che, se confermato, costituirebbe una gravissima violazione dei principi fondamentali sanciti dalla Costituzione italiana e un potenziale contrasto con le leggi che puniscono l’apologia del fascismo.

L’esistenza di un video che documenterebbe il presunto saluto, reso pubblico dal Quotidiano del Molise, amplifica la gravità della situazione.
La vicenda solleva interrogativi cruciali sulla compatibilità tra l’azione di un rappresentante istituzionale e i valori democratici che fondano la Repubblica.
La risposta del Presidente Roberti, incalzato dalle accuse, si è configurata come un’aspra replica, denunciando un’eccessiva strumentalizzazione politica e accusando la consigliera Fanelli di trasformare l’attività di controllo in un “passatempo personale”.
Roberti ha contestato con veemenza l’attribuzione di un’ideologia fascista, sottolineando la sua appartenenza a Forza Italia e vantandone la tessera di partito come prova tangibile della sua orientamento politico.

Ha inoltre lanciato una provocatoria controffensiva, insinuando che le osservazioni della consigliera Fanelli siano il frutto di pettegolezzi bar e suggerendo un controllo più rigoroso sull’astinenza di alcuni consiglieri regionali durante le sedute.
L’incidente, che trascende la mera discussione politica, pone interrogativi più ampi sulla sensibilità verso simboli e gesti legati al periodo storico fascista, in un contesto di crescente polarizzazione ideologica.
La vicenda evidenzia la necessità di un costante monitoraggio da parte delle istituzioni e dell’opinione pubblica per prevenire la riemersione di ideologie incompatibili con i principi costituzionali e per salvaguardare la memoria storica di un periodo buio della Repubblica Italiana.

Il confronto acceso tra le parti, con le rispettive accuse e controargomentazioni, rischia di acuire le divisioni e di compromettere la capacità del Consiglio regionale di affrontare le sfide concrete che attendono la comunità molisana.
Il caso solleva, infine, un dibattito più ampio sul ruolo e le responsabilità dei rappresentanti eletti, chiamati a garantire il rispetto dei valori democratici e a comportarsi in modo improntato alla dignità e all’imparzialità.

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