Un fiume umano si è riversato dalle banchine del porto di Termoli fino a Piazza Monumento, un corteo plurale che incrocia voci, sigle e ideologie accomunate da un grido potente: “Palestina libera!”.
L’evento, organizzato da un’ampia coalizione di attivisti, partiti politici, associazioni sindacali e collettivi civici, ha rappresentato un atto di protesta e solidarietà di fronte alla catastrofe umanitaria che sta devastando Gaza.
La manifestazione non si è limitata a un semplice atto di denuncia.
È stata un’occasione per ribadire l’importanza del diritto internazionale, del rispetto dei diritti umani e della necessità di porre fine all’occupazione e al blocco imposti alla Striscia di Gaza.
La presenza di esponenti del Movimento 5 Stelle, del Partito Democratico, di Rete Sinistra, dell’ANPI e di rappresentanti sindacali ha testimoniato la trasversalità del sentimento di indignazione e la volontà di agire concretamente.
L’iniziativa si è integrata con il progetto della Global Sumud Flotilla, una spedizione umanitaria volta a rompere il blocco di Gaza e a portare aiuti essenziali alla popolazione locale.
Il concetto di “Sumud”, termine arabo che significa “resistenza” e “perseveranza”, incarna la determinazione del popolo palestinese a non arrendersi di fronte alle avversità.
Un elemento significativo è stata l’enunciazione, da parte dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle, del contributo concreto fornito attraverso il fondo delle restituzioni parlamentari, con un milione di euro già destinato all’acquisto di beni di prima necessità per la popolazione palestinese.
Questa iniziativa, seppur limitata, mira a tradurre in azioni concrete l’impegno politico e la sensibilità verso la sofferenza del popolo palestinese.
La manifestazione di Termoli, pur essendo un evento locale, si inserisce in un contesto globale di crescente mobilitazione a sostegno della Palestina.
Essa riflette una consapevolezza diffusa riguardo alla complessità del conflitto israelo-palestinese e alla necessità di promuovere soluzioni pacifiche e durature, basate sul rispetto dei diritti fondamentali di tutte le parti coinvolte.
Il corteo, con il suo grido di “Palestina libera”, ha rappresentato un monito al mondo intero, un appello alla giustizia e alla solidarietà verso un popolo che lotta per la propria sopravvivenza e la propria dignità.