venerdì 3 Ottobre 2025
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Compost ed energia, i numeri del riciclo organico in Italia

(Adnkronos) – Nel 2023 la produzione totale di rifiuti urbani è stata di 29,2 milioni di tonnellate, con una produzione pro capite di 496 kg/abitante, attestandosi, per il quarto anno consecutivo, al di sotto di 30 milioni di tonnellate. A fronte di questo dato, la raccolta differenziata ha raggiunto 19,5 milioni di tonnellate, pari al 66,6% del totale, in crescita rispetto al 65,2% del 2022. La sola frazione organica raccolta in modo differenziato ammonta a 5,5 milioni di tonnellate, con una media nazionale pro capite di 126,6 kg/abitante, ma con forti differenze tra le regioni. Un risultato in leggera crescita rispetto all’anno precedente, spinto anche dall’ampliamento della popolazione che partecipa attivamente alla raccolta differenziata di questa frazione. Sono i dati contenuti nel nuovo Rapporto Associativo Cic, presentato all’interno del volume 'Organic Biorecycling – Suoli fertili dalle nostre città', che contiene un quadro aggiornato dello stato del riciclo della frazione organica in Italia (al 2023, secondo dati Ispra).   Il sistema impiantistico nazionale conta 363 impianti operativi per il riciclo dei rifiuti organici (in crescita di 7 unità rispetto all’anno precedente), che hanno trattato complessivamente 8,7 milioni di tonnellate di rifiuti a matrice organica, generando circa 2 milioni di tonnellate di compost, valore stabile rispetto all’anno precedente. In parallelo, dagli stessi flussi di rifiuti sono stati prodotti 475 milioni di m3 di biogas, la cui valorizzazione ha portato alla produzione di 470 GWh di energia elettrica e 80 GWh di energia termica, la produzione di 201 milioni di m3 di biometano, destinato principalmente ai trasporti e all’autotrazione, e oltre 160 milioni di m3 di anidride carbonica, parte della quale trattata e commercializzata come gas tecnico, anche all’interno dell’industria alimentare.  Forte di un’esperienza venticinquennale nello svolgimento di indagini merceologiche volte a individuare le impurità presenti nei rifiuti organici, il Cic ha messo a punto anche un vademecum, sotto forma di lista positiva di scarti organici, destinato ai cittadini, per una corretta raccolta differenziata della frazione umida. Le quasi 1600 indagini merceologiche effettuate nel 2023, a cui corrispondono altrettanti comuni/gestori, hanno permesso di stimare una purezza merceologica media a livello italiano del 93,6%, a cui corrisponde quindi un valore di Materiale non Compatibile (Mnc) pari al 6,4% del materiale conferito (con previsioni del 6,6% nel 2024). Questo dato conferma il progressivo peggioramento della qualità merceologica rilevato dal 2019 – in cui il valore medio era vicino al 95% – con un trend che nel 2023 mostra 1 campione su 6 incapace di raggiungere il 90% di purezza merceologica. "L’aumento della quantità e della qualità della raccolta dell’umido rappresentano quindi oggi una leva decisiva per raggiungere l’obiettivo europeo del 65% di riciclaggio dei rifiuti urbani entro il 2035: una sfida ambiziosa che richiede non solo investimenti e innovazione, ma anche linee guida condivise, obiettivi vincolanti e un quadro economico sostenibile", fa notare il Cic che con il nuovo volume vuole richiamare l’attenzione sulla "necessità di introdurre obiettivi specifici e strategici per il riciclo organico, così da riportare al centro della discussione il valore della trasformazione dei rifiuti organici in fertilizzante naturale. Se per biogas e biometano non mancano incentivi e strumenti di sostegno, è soprattutto sulla produzione e valorizzazione del compost che occorre rafforzare le politiche di supporto". La VI edizione del manuale della collana Organic Biorecycling propone quindi una nuova visione che valorizza il legame tra suolo e fertilizzanti organici, estendendo questo modello anche agli spazi verdi urbani attraverso l’innovativa prospettiva dell’Urban Carbon Farming, ovvero l’insieme di pratiche agricole rigenerative applicate in ambito urbano e periurbano, con l’impiego di compost e digestato.  
Questa strategia consente non solo di migliorare la fertilità dei suoli urbani e il verde pubblico, ma anche di sequestrare carbonio nei terreni delle città, trasformando gli scarti quotidiani in un alleato concreto contro la crisi climatica. Proprio per questo, in occasione della presentazione del volume, il Cic lancia il Manifesto dell’Urban Carbon Farming, chiamando aziende e cittadini a sostenere una visione e un insieme di pratiche concrete che puntano a rendere le città più sostenibili, vivibili e resilienti di fronte ai cambiamenti climatici.  —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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