martedì 9 Settembre 2025
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Lost Soul Aside per PS5, la recensione

(Adnkronos) – Sono passati dieci anni da quando Lost Soul Aside ha iniziato a far parlare di sé. Nato nel 2014 come progetto solitario del developer cinese Bing Yang e divenuto poi produzione dello studio Ultizero Games grazie al supporto del programma Sony China Hero Project, il titolo ha attraversato un ciclo di sviluppo lungo e accidentato. Il primo trailer mostrato nel 2016 aveva acceso le speranze degli appassionati di action RPG in stile orientale, e oggi il gioco arriva finalmente sul mercato. Un’attesa così prolungata, inevitabilmente, porta con sé aspettative altissime: Lost Soul Aside riesce davvero a mantenerle? Il mondo dipinto da Lost Soul Aside alterna colori vibranti e un tono narrativo cupo, dominato dall’Impero che ha preso il potere dopo una guerra devastante. Il protagonista Kaser, sopravvissuto al conflitto, si unisce al gruppo ribelle Glimmer con l’obiettivo di rovesciare l’imperatore. L’incipit promette una parabola politica interessante, tra soprusi e sfruttamento dei cittadini, ma dopo il prologo il gioco devia bruscamente: l’arrivo dei Voidrax, entità interdimensionali capaci di divorare le anime umane, sposta l’attenzione su un conflitto molto più tradizionale. La trama personale di Kaser prende presto il sopravvento: la sorella viene catturata da un Voidrax colossale, e la missione diventa un viaggio per salvarla. Da qui in avanti, la narrazione si riduce a una serie di missioni lineari, con poca profondità e scarso spazio per colpi di scena o sviluppo dei personaggi. L’alleanza con Arena, un Voidrax che sceglie di combattere al fianco dell’eroe, aggiunge un pizzico di dinamismo ai dialoghi, ma non basta a nascondere la ripetitività della progressione. Sul fronte ludico, Lost Soul Aside dimostra invece tutta la sua forza. Il sistema di combattimento è rapido, frenetico e visivamente spettacolare: combo di colpi leggeri e pesanti si intrecciano con le abilità speciali donate da Arena, generando un tripudio di effetti particellari a schermo. Tre sono le armi principali – spada, spadone e poleblade – ciascuna con uno stile e un ritmo distinti, liberamente intercambiabili in battaglia. Le differenze sono nette: lo spadone colpisce lento ma devastante, la poleblade è perfetta contro i gruppi, mentre la spada resta il compromesso più equilibrato. La personalizzazione passa anche attraverso accessori e abilità, capaci di modificare statistiche e aprire nuove possibilità di combo. In più, un sistema di crafting basilare consente di trasformare le risorse raccolte in pozioni e potenziamenti. Tutto funziona, ma il bilanciamento lascia a desiderare: l’abbondanza di oggetti curativi e la scarsa varietà dei nemici riducono la necessità di strategie complesse, portando spesso il giocatore a ripetere meccaniche simili senza sentirsi realmente sfidato. Dove il gioco brilla è nei boss: scontri che spaziano dai duelli contro guerrieri altrettanto abili fino a colossi mostruosi da smontare pezzo per pezzo. Qui Lost Soul Aside mostra la sua vena più creativa, regalando momenti adrenalinici e memorabili. L’aspetto visivo riflette il lungo sviluppo: alcune ambientazioni sembrano eredità di hardware ormai superati, altre invece esibiscono effetti moderni e spettacolari. Il risultato è un comparto grafico altalenante, che oscilla tra scenari suggestivi e texture datate. Anche il sonoro presenta luci e ombre. Le musiche orchestrali accompagnano con efficacia le battaglie più epiche, ma gli effetti audio – soprattutto quelli delle armi – mancano di incisività, trasmettendo un senso di leggerezza che contrasta con la potenza visiva delle combo. Il doppiaggio alterna prove convincenti a interpretazioni deboli, con Arena che riesce almeno a spiccare per personalità. Su PlayStation 5 Pro, le modalità grafiche confermano questa incertezza: il Quality Mode soffre di rallentamenti significativi, mentre il Performance Mode garantisce un’esperienza più fluida, con cali sporadici. Alcuni glitch, dall’IA dei nemici al taglio improvviso delle musiche, tradiscono una mancanza di rifinitura generale. Lost Soul Aside è il classico titolo ambizioso che porta il peso del suo sviluppo tormentato. Il combat system, veloce e coreografico, è senza dubbio il suo punto di forza, ma viene penalizzato da un livello di difficoltà poco calibrato e da una narrazione che perde consistenza dopo un inizio promettente. L’assenza di contenuti secondari e la linearità marcata possono inoltre rendere l’esperienza stancante sul lungo periodo. Resta un’opera che mostra talento e potenzialità, ma che fatica a liberarsi delle sue spigolosità.  Chi ama gli action veloci e spettacolari troverà motivi di interesse, soprattutto negli scontri con i boss; gli appassionati di RPG alla ricerca di una trama profonda e complessa rischiano invece di restare delusi. Lost Soul Aside non è il capolavoro che molti speravano, ma rappresenta comunque un progetto coraggioso, capace di lasciare intravedere cosa potrebbe diventare con maggiore esperienza e tempo di sviluppo. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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