24 aprile 2025 – 21:45
I carabinieri partenopei hanno condotto un’operazione di vasta portata contro una organizzazione criminale che stava tramando a Napoli per aggredire anziani nella provincia di Caltagirone, in Sicilia. L’indagine ha messo a nudo un complesso e preordinato sistema di truffe, con nuclei operativi sparsi in varie aree del Meridione, che miravano a sfruttare la credulità e la vulnerabilità delle vittime anziane.La centrale operativa dei carabinieri di Napoli, ubicata nel quartiere Stella, è stata il punto di partenza per le indagini. Da lì sono stati mossi i primi passi per smantellare l’organizzazione criminale, coinvolgendo anche reparti di polizia siciliani e attivando un sistema informativo capillare.L’intervento dei carabinieri è stato guidato da indizi rilevanti: “Dice alla signora che sono l’avvocato”, espressione stereotipata utilizzata dai truffatori per ingannare le vittime. L’indagine si è arricchita con nuove scoperte nel corso degli accertamenti.Dopo un sopralluogo in una casa di Napoli, i militari hanno identificato tre persone coinvolte nell’operazione criminale: Antonio Palmieri, Francesco Renna e il minore, appartenenti tutti al territorio napoletano. Due dei maggiorenni erano già noti alle forze dell’ordine per precedenti fatti, mentre il terzo non aveva nessuna denuncia a suo carico.Nel locale si sono trovate prove di vasta portata: 5 cellulari con numeri di telefono e molti foglietti contenenti schemi organizzativi complessi. Sui quaderni figuravano annotazioni per agevolare la truffa: dal numero di telefono delle vittime fino a dati personali dei parenti e anche indicazioni che servivano a ricordare specifiche informazioni utili per l’inganno.Nei registri dei cellulari appariva ripetuto il prefisso 0933 del Comune di Caltagirone, facendo pensare ad un collegamento tra gli elementi raccolti. In una sequenza serrata di operatività informativa i carabinieri partenopei e quelli siciliani hanno ricostruito la rete di truffe pianificate.Tra queste vi era anche un episodio in cui gli autori si erano ritirati dal tentativo, poiché il prezzo massimo da poter ricavare con una semplice truffa non avrebbe giustificato le difficoltà. Le indagini continuano per determinare l’identità di chi sia stato fisicamente responsabile delle varie azioni compiute a distanza.L’intervento dei carabinieri ha intercettato l’intrigo criminale mentre si verificava, impedendo ulteriori danni. I maggiorenni sono stati arrestati e il minorile denunciato per truffa aggravata in concorso, con accuse di grave reato.Questo episodio di indagine ha permesso la messa a nudo di una organizzazione criminale complessa che coinvolgeva diverse aree del meridione, rivelandosi un serio problema sociale e di sicurezza.