07 maggio 2025 – 07:05
La Procura di Catania ha avviato un’indagine contro il rapper Zaccaria Mouhib, noto con lo pseudonimo Baby Gang, per concorso in accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti, aggravato dall’accusa di aver favorito la mafia. L’artista è stato anche accusato di aver violato la misura di prevenzione della sorveglianza speciale che gli imponeva di non recarsi nel capoluogo etneo.I agenti della squadra mobile della Questura di Lecco, in collaborazione con quelli di Catania, hanno eseguito un decreto di perquisizione a Calolziocorte (Lecco) e hanno sequestrato lo smartphone dell’artista. La polizia penitenziaria ha notificato anche un foglio di via obbligatorio emesso dal Questore di Catania che vieta a Baby Gang di soggiornare nel capoluogo etneo per quattro anni, provocando la cancellazione del concerto previsto per l’8 agosto prossimo alla Villa Bellini.Al centro dell’inchiesta si trova la partecipazione dello scrittore Zaccaria Mouhib all’One day music festival, svoltosi il 1 maggio alla Plaia. Durante lo spettacolo, prima di esibirsi con la canzone “Italiano”, scritta insieme a Niko Pandetta, mostra un video sul suo smartphone che sembra essere una videochiamata con il nipote del noto capomafia Turi Cappello. Tuttavia, è stato risaputo che Cappello è detenuto in carcere in Calabria dal 2014 per traffico di sostanze stupefacenti.Dopo la rivelazione del video sulla rete sociale da parte dei presenti al concerto, il trapper Niko Pandetta ha provato a discolparsi e spiegare che si trattava di un suo cugino. Il gesto è stato ripreso da molti e ha creato un grande scandalo.Per chiarire cosa fosse realmente accaduto e verificarne la veridicità, l’autorità giudiziaria ha chiesto ai membri della polizia di eseguire alcune indagini e controlli. La squadra mobile della Questura è stata incaricata di avviare le indagini.Il 3 maggio scorso i membri della polizia penitenziaria hanno condotto una perquisizione nella cella del carcere di Rossano, dove Pandetta era detenuto. Durante la perquisizione, sono stati trovati e sequestrati un cellulare che sembra essere stato utilizzato da Niko Pandetta per effettuare comunicazioni.L’inchiesta è stata avviata a seguito della rivelazione del video sui social media, il quale ha creato grande scalpore. Le indagini hanno stabilito che Niko Pandetta non può avere accesso ai dispositivi di comunicazione da parte dei detenuti e che la videochiamata mostrata durante lo spettacolo è stata ripresa tramite un cellulare sequestrato nella cella del carcere.L’inchiesta sta proseguendo con l’esecuzione degli accertamenti forensi per determinare il grado di partecipazione di Niko Pandetta alla comunicazione e se la videochiamata sia stata effettuata in diretta o registrata.