06 maggio 2025 – 10:45
La Procura di Siracusa si è infine decisa ad aprire un fascicolo per ricostruire i fatti relativi al ritrovamento dei Bronzi di Riace, avvenuto nel 1971 al largo di Brucoli. Il caso era stato oggetto di numerose ipotesi negli anni Ottanta da parte degli archeologi americani Robert Ross Holloway e Anne Marguerite McCann, che avevano avanzato l’ipotesi che i bronzi fossero stati trovati proprio in quel luogo.Negli ultimi tempi, però, diverse testimonianze hanno confermato la tesi dei due studiosi. Mimmo Bertoni, figlio del titolare di un ristorante di Brucoli, racconta di aver visto come bambino quattro statue coperte trasbordare da una barca piccola a una grande, mentre Jacques Cousteau, che stava girando un documentario, era presente nel luogo con alcuni sommozzatori.La testimonianza di Bertoni non è isolata: altre persone hanno confermato la sua versione dei fatti. Inoltre, è stata inviata in forma anonima a diverse redazioni una fotografia che ritrae una statua di bronzo di due metri simile al Bronzo A, sorretta da due sommozzatori e con l’Etna e una nave ormeggiata sullo sfondo.L’esperto di storia e bronzistica greca Anselmo Madeddu sostiene che non è sempre possibile identificare il luogo di produzione delle opere d’arte antica con quello della loro collocazione. Alcune terre interne potrebbero essere state aggiunte in un luogo diverso da quello dove sono state create.Dopo le ricerche effettuate dall’università di Catania, risulta che le terre delle saldature dei pezzi anatomici siano risultate geochimicamente comparabili con i limi campionati nell’area siracusana. Il caso sembra essere legato a un gruppo di trafficanti di reperti archeologici con collegamenti in Italia e in America, oltre che ad un boss siculo-calabro.L’intrigo coinvolge quindi sia il mondo del traffico d’arte antica, che quello della criminalità organizzata. La Procura di Siracusa sembra essersi finalmente decisa a fare luce su questo caso che è stato per anni oggetto di ipotesi e sospetti.