venerdì, 27 Giugno 2025
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Assoluzione Paris: Svolta nel Processo Inter nos, Ombre sulla Sanità Calabrese

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Il processo “Inter nos”, giunto a conclusione, ha lasciato un’eco complessa nel panorama giudiziario calabrese, segnando l’assoluzione per non aver commesso il fatto dell’ex consigliere regionale Nicola Paris, figura controversa nel contesto politico e amministrativo dell’Arcipelago calabrese. L’inchiesta, condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, mirava a disvelare un presunto intreccio di relazioni tra esponenti politici, imprenditori e funzionari sanitari, potenzialmente compromettendo l’integrità degli appalti dell’Azienda Sanitaria Provinciale (Asp) di Reggio Calabria.L’assoluzione di Paris, sostenuta dai legali Francesco Calabrese e Attilio Parrelli, è un elemento centrale di questo scenario, sollevando interrogativi sull’effettività delle accuse che lo vedevano coinvolto nel tentativo di influenzare l’ex presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, per favorire un rinnovo contrattuale. L’accusa si è rivelata insostenibile di fronte all’analisi delle prove presentate in sede processuale.Il processo, che ha coinvolto un ampio ventaglio di venti imputati – imprenditori, dirigenti e personale sanitario – ha dipinto un quadro di corruzione e clientelismo all’interno della sanità pubblica, ma con sentenze diversificate. Il Tribunale, presieduto da Greta Iori, ha emesso condanne per dodici figure chiave, escludendo tuttavia l’applicazione delle circostanze aggravanti di associazione a scopo di reato di stampo mafioso, un elemento cruciale che avrebbe pesato significativamente sulle pene.Tra le condanne più rilevanti figurano quelle per Antonino Chilà e Domenico Chilà, imprenditori legati a dinamiche di appalto, e per altri operatori economici come Giovanni Lauro, Angelo Zaccuri, Bruno Martorano, Antonio Costantino, Lorenzo Delfino e Sergio Piccolo. Nel perimetro del personale sanitario, sono stati condannati Nicola Calabrò, responsabile dell’ufficio Acquisizione beni e servizi, Francesco Macheda, collaboratore amministrativo, e Filomena Ambrogio, funzionaria.Parallelamente alle condanne, l’assoluzione di figure di rilievo come l’ex direttore generale dell’Asp, Rosanna Squillacioti, e l’ex commissario Francesco Sarica, suggerisce la complessità della vicenda e la difficoltà di provare le accuse in modo inequivocabile. L’assoluzione di Angela Minniti, dirigente dell’ufficio Programmazione e Bilancio, Giuseppe Giovanni Galletta, responsabile delle gare d’appalto, e di altri dipendenti sanitari evidenzia come l’appartenenza a dinamiche opache non sempre si traduca in responsabilità penali dimostrabili.Il caso “Inter nos” si configura, quindi, non solo come un processo giudiziario, ma come un campanello d’allarme sullo stato di salute della pubblica amministrazione in Calabria, sollevando interrogativi sulla trasparenza degli appalti sanitari e sulla necessità di rafforzare i controlli e i meccanismi di prevenzione della corruzione. L’esito del processo, con le sue assoluzioni e condanne, si pone come un tassello in un quadro più ampio di contrasto alla criminalità organizzata e alla sua infiltrazione nei settori strategici del territorio.

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