martedì 2 Settembre 2025
32.1 C
Catanzaro

Catanzaro, scandalo alloggi popolari: 22 indagati

L’inchiesta in corso a Catanzaro ha portato la Procura della Repubblica a formulare accuse nei confronti di ventidue individui, tra cui funzionari dell’Aterp (Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica) e figure politiche locali, coinvolti in un complesso sistema di manipolazione delle assegnazioni di case popolari.
L’indagine, condotta sotto la direzione dei magistrati Salvatore Curcio, Giulia Pantano, Saverio Sapia e Stefania Caldarelli, rivela un’organizzazione capillare volta a eludere le procedure legali e a favorire individui esterni ai criteri di accesso previsti dalla legge.
Al centro del sistema, Sergio Costanzo, consigliere comunale di Forza Italia, emerge come figura chiave di collegamento.
La sua funzione, secondo l’accusa, non è stata meramente esecutiva, ma di vero e proprio ponte tra cittadini desiderosi di aggirare le normative e i dipendenti dell’Aterp disposti a facilitare tali manovre.
Costanzo agirebbe come un intermediario, captando le richieste e indirizzandole verso gli organi competenti, ricevendo in cambio, in una dinamica di scambio di favori, un vantaggio personale o politico.
Vincenzo Celi, ex dirigente dell’ufficio Patrimonio, assume un ruolo di leadership più strutturato.

La Procura lo descrive come l’architetto dell’operazione, l’organizzatore che ha diretto e coordinato le attività dei diversi partecipanti, identificando le abitazioni disponibili e suggerendo strategie per giustificare, almeno apparentemente, le assegnazioni illegali.

Queste strategie includevano la creazione di fittizi ampliamenti del nucleo familiare, il forzato cambio di alloggi o, in alcuni casi, l’occupazione abusiva con la successiva richiesta di regolarizzazione.

Gianluca Bevilacqua, assegnato all’ufficio Gestione Inquilini, agiva come braccio operativo di Celi e Costanzo, gestendo le pratiche di trasferimento contrattuale e omettendo le comunicazioni necessarie al Comune di Catanzaro, occultando così l’irregolarità delle assegnazioni.

Domenico Albino, dirigente dell’ufficio Patrimonio e Inquilini, partecipava attivamente all’elusione delle normative, curando anch’egli le pratiche segnalate da Costanzo.
Concetta Raffa, impiegata nell’ufficio Personale, contribuiva con la redazione di documenti falsi, in particolare autorizzazioni per ampliamenti del nucleo familiare che non sussistevano.

Un elemento particolarmente grave emerso dall’indagine è il coinvolgimento di Costanzo in uno scambio di voti.

Secondo la Procura, l’intermediazione di Costanzo non si limitava al mero favore personale, ma si estendeva a un patto elettorale in cambio di sostegno a due candidati alle elezioni europee del 2024, membri del suo stesso partito.

Questa dinamica evidenzia una potenziale infiltrazione del sistema di assegnazione di alloggi popolari nel contesto di interessi politici più ampi, compromettendo l’equità e la trasparenza di un servizio pubblico essenziale.

L’inchiesta, pertanto, non si limita a svelare un’organizzazione criminale che ha alterato il regolare svolgimento di un servizio pubblico, ma solleva interrogativi profondi sulla corruzione sistemica e sul suo impatto sulla vita dei cittadini più vulnerabili, minando la fiducia nelle istituzioni e nel sistema democratico.
La complessità delle dinamiche emerse richiede un’analisi approfondita e un intervento radicale per ripristinare la legalità e la trasparenza nella gestione delle risorse abitative pubbliche.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -